Emergenza edilizia scolastica/1. Che fare?

L’indagine sullo stato dell’edilizia scolastica italiana curata da Tuttoscuola, che ha letto i dati contenuti nel Portale dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito e li ha descritti fedelmente ai propri lettori, è stata ripresa con evidenza da moltissimi siti, da tanti media radiotelevisivi e dai giornali con articoli e, nel caso del Corriere della Sera, con un editoriale in prima pagina di Gian Antonio Stella, autorevole firma del quotidiano milanese, da sempre attento osservatore della realtà scolastica del nostro Paese.

Il commento di Stella, che riportava ampiamente i dati disastrosi sullo stato degli edifici scolastici italiani per quanto riguarda la loro sicurezza, ha suscitato l’immediata replica del ministro Valditara, che in una lettera al Corriere, pubblicata il 3 settembre, ha precisato che tali dati si riferiscono “all’anno scolastico 2023/2024, cioè a 2 anni fa, quando non erano ancora iniziati i grandi lavori di messa in sicurezza della scuola italiana avviati da questo Governo”, e che “le certificazioni più significative, quali il Certificato di agibilità e il Certificato di prevenzione incendi, [sono] di esclusiva competenza degli enti locali che spesso sono in ritardo a renderli pubblici anche quando esistenti, non essendo fra l’altro previsto un obbligo di pubblicazione”. Precisazioni a beneficio di chi non aveva letto il nostro dossier, che evidenziava con chiarezza questi aspetti, e nel quale si legge che questa situazione “si è stratificata nei decenni” e che  “è il prodotto di un limite nazionale, che ha molto a che fare con la scarsa priorità storicamente attribuita al sistema di istruzione”.

Il ministro nella lettera ha anche ricordato che “con questo Governo si è avviato per la prima volta un piano straordinario di oltre 11 miliardi di euro, che utilizza sia fondi PNRR, sia, per circa 1/3 degli interventi di messa in sicurezza, fondi ministeriali. È il più grande piano di finanziamento relativo alla messa in sicurezza delle scuole italiane mai fatto nella storia della Repubblica. Coinvolge attualmente oltre 10.000 edifici scolastici, circa un quarto del totale. È evidente che i risultati si vedranno al termine dei lavori”.

In una breve controreplica Stella ringrazia il ministro “per le precisazioni che, del resto, non smentiscono nulla delle denunce sulla sciatteria con cui spesso sono ignorate le leggi sulla sicurezza. Quanto ai dati «vecchi» del 2023/24 ripetiamo che sono stati forniti dal ministero il 14 luglio scorso: ieri mattina, per i burocrati italiani. E quelli ancora più freschi, del 6 agosto, non sono stati presi in considerazione da Tuttoscuola perché non sarebbe stato serio: erano incompleti”.

Il sasso nello stagno gettato (ancora una volta, vorremmo osservare) da Tuttoscuola riattualizza uno dei più gravi malanni della scuola italiana, l’assoluta inadeguatezza del nostro patrimonio edilizio (messa in luce in passato anche dal Censis, dalla Fondazione Giovanni Agnelli, da Cittadinanzattiva, da Legambiente e da altri) e la necessità di interventi più che urgenti, in particolare nelle non poche zone ad elevato rischio idrogeologico.

Il dibattito in corso intanto ha indotto il ministro a mettere l’accento sulle iniziative in corso, che riguardano, ha detto, “oltre 10.000 edifici scolastici” (è auspicabile che siano quelli che ne hanno maggior bisogno), e ha spinto importanti associazioni di professionisti come l’Associazione Costruire Scuole, presieduta dall’ing. Silvio Bosetti, attiva dal 2021 (ne fanno parte autorevoli architetti, ingegneri, demografi come l’ex presidente dell’ISTAT Giancarlo Blangiardo, esperti di public management come Tommaso Agasisti), ad avanzare proposte accuratamente strutturate volte in particolare a sviluppare la collaborazione pubblico-privato in questo campo.

I dati contenuti nel Portale del Ministero sono vastissimi e possono essere analizzati sotto numerose angolature. Continuiamo dunque il nostro servizio di informazione – a favore degli studenti, del personale, delle famiglie, dell’opinione pubblica e anche delle istituzioni – su quanto si legge nell’Anagrafe ufficiale sull’edilizia scolastica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA