DISAL: DL 104 inefficace su 3 emergenze

La scuola deve affrontare almeno tre emergenze a cui il decreto 104 risponde in modo inefficace. Lo sostiene Roberto Pellegatta, responsabile delle Relazioni europee e istituzionali dell’associazione dei dirigenti scolastici Disal, in una dichiarazione rilasciata all’agenzia Dire. “E’ un testo che si occupa del bonus maturità, del  fumo e di tanti altri piccoli particolari che non affrontano però la crisi della scuola, una crisi formativa e culturale che dipende dalle istituzioni”.

Per Pellegatta, preside dell’Istituto professionale ‘G. Meroni’ di Lissone, la prima urgenza è di tipo “istituzionale-normativo e investe il rapporto scuola-lavoro, con la necessaria valorizzazione professionale e l’esigenza di realizzare più attività pratiche all’interno degli istituti”. In secondo luogo “abbiamo un’emergenza di carattere sociale, legata al tema dell’autonomia scolastica che dopo 18 anni dalla legge si è concretizzata in un maggiore statalismo lontano dal rispondere ai bisogni veri di docenti, presidi e famiglie”. In terzo luogo, aggiunge l’esponente della Disal, “il riordino delle superiori e delle medie“.

La scuola avrebbe anche bisogno, a suo giudizio, di concorsi, che non arrivano, e di una preparazione più adeguata. Invece nel nostro Paese “si procede al solito modo, all’italiana: la scuola cammina grazie alla buona volontà di molti che fanno il loro dovere con passione. C’è tanta buona Volontà – sottolinea Pellegatta- ma questo non può diventare un sistema”.

Pellegatta conclude la sua analisi parlando dei suoi colleghi presidi: “Il fallimento del concorso per dirigenti scolastici in questi ultimi quattro anni ha messo in difficoltà la realizzazione di una vita seria della scuola, poichè ogni anno migliaia di istituti si trovano a cambiare dirigente. La scuola ha bisogno di stabilità, cura e tempo. È come il terreno di un contadino, se tutti gli anni cambia il contadino quel terreno non produrrà piu’ niente. Non a caso le parole cultura e coltura si somigliano, perchè l’istruzione non è solo spirito, è fatta anche di una materialità che deve favorire appunto la disponibilità dello spirito. La politica su questo ha delle responsabilità molto serie”.