Come si configura la leadership educativa richiesta al dirigente scolastico? Se ne è parlato nell’incontro promosso da Tuttoscuola al liceo Kennedy di Roma lo scorso 14 marzo (per visualizzare le foto dell’evento clicca qui).

Si può cominciare col dire che essa ha come elemento fondamentale la condivisione: non è dunque una traduzione concreta dell’espressione ‘uomo (o donna) solo al comando’, ma esige una ripartizione responsabile di compiti secondo le caratteristiche della squadra e degli obiettivi generali da perseguire.

Il rapporto dell’istituto scolastico con il territorio in cui è immerso è essenziale anche sotto l’aspetto del buon funzionamento della leadership educativa, in quanto esso è determinante per la definizione dell’orientamento strategico.

Ciò comporta che rientri nella sua programmazione anche il contatto diretto e regolare con gli interlocutori del contesto territoriale: non dunque un dirigente arroccato, ma un dirigente “in uscita”.

Un’altra parola chiave è coralità, che rimanda a una volontà di collaborazione consapevole. Il che non significa negare l’essenzialità della presenza attiva di un direttore di orchestra, il cui compito precipuo è appunto quello di armonizzare gli strumenti a sua disposizione.

Nel suo procedere il dirigente deve mirare dunque all’inclusione ma senza rinunciare alla sua funzione decisionale. Deve essere in grado di risolvere gli eventuali problemi senza cedere alla tentazione di accontentare a ogni costo i suoi interlocutori, perseguendo una sorta di captatio benevolentiae.

Cura precipua del dirigente sarà dunque di coinvolgere le persone e per quanto possibile l’intera comunità in uno sforzo unitario nell’ottica del mantenimento di uno standard dignitoso del servizio di formazione, educazione, istruzione offerto e del miglioramento di tale condizione.

Temi che vengono ampiamente sviluppati, insieme a molto altro, nel corso di formazione “Dirigente scolastico, un leader educativo”, promosso da università Lumsa e Tuttoscuola.

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