Dirigenti, che stress: troppi alunni e troppe incombenze. È allarme
I numeri della scuola che soffre. Dal 2000 a oggi i DS si sono ridotti del 35%. Ognuno si occupa in media di circa 1.200 studenti: +55% rispetto a prima dell’autonomia scolastica. Ma c’è chi arriva a 3.900 studenti (in Finlandia non si va oltre i 500).
Devono assolvere a 129 competenze, tra cui “l’incubo” sicurezza. 5 proposte per fermare la deriva e rimettere il benessere al centro della scuola
Inizia un nuovo anno scolastico (lunedì 16 settembre l’inaugurazione ufficiale da parte del Presidente della Repubblica Mattarella), tante le emergenze, dagli oltre 150 mila docenti precari da assumere alle carenze di organico dei Dsga e del personale amministrativo.
Ma ce ne è una di cui non si parla, forse perché si dà per scontata, oppure non la si vuole vedere: il livello di stress e di disagio tra chi lavora nella scuola sta salendo oltre il livello di guardia. Aumenta il livello di contenzioso, di violenza, di sovraccarico. La scuola è a rischio stress, uno dei malesseri più diffusi del XXI secolo, che può degenerare in burnout. Una mina vagante ormai per i professionisti dell’educazione. E a questo punto si pone anche un’altra domanda: quale impatto per gli studenti?
E’ per tale ragione che Tuttoscuola ha deciso di lanciare l’allarme e porre immediatamente la questione all’attenzione pubblica e dei decisori politici. Star bene a scuola non è “una questione”, ma è “la questione” di un microcosmo con il quale hanno a che fare ogni giorno il 44% degli italiani, se includiamo i genitori.
Tuttoscuola inizia un viaggio in tre puntate nella scuola per identificare quali sono le cause che minano il benessere di chi ci lavora e mettono potenzialmente a rischio quindi anche quello degli studenti. Non sono cause “naturali” o immodificabili: nascono da scelte politiche precise – e quindi modificabili – sviscerate nel dossier, e da condizioni sociali su cui comunque esiste una possibilità di agire, lavorando sulla comunità educante.
Il primo focus – di cui si fornisce qui un’anticipazione, e che sarà disponibile su questo sito nei prossimi giorni – è dedicato alla figura dei dirigenti scolastici. Seguiranno quelli su insegnanti e personale non docente.
Tra i Ds con anzianità (uno su tre ha più di 60 anni), chi può lascia. Ma ci sono anche neo dirigenti scolastici che dopo pochi giorni di servizio vogliono abbandonare, nonostante abbiano vinto un concorso durissimo durato due anni. E questo è un segnale molto forte, da interpretare con la massima attenzione.
A seguire un estratto del dossier “La scuola che soffre/1. DIRIGENTI, CHE STRESS. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze”.
I numeri della scuola che soffre: per i presidi è allarme stress
Dirigere una scuola è diventato un mestiere sempre più complesso e stressante. Carichi di lavoro più pesanti, responsabilità crescenti, un contesto ambientale spesso conflittuale hanno reso negli anni questa professione più gravosa.
Per comprenderlo meglio, affidiamoci ai numeri. Un dirigente scolastico (DS) deve occuparsi in media di 1.194 studenti (e di altrettante famiglie), il 55% in più rispetto al 2000 (quando si occupava di 769 studenti). In Finlandia – il paese che il nuovo ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti ha indicato come modello a cui riferirsi – per previsione normativa ogni dirigente scolastico non può occuparsi di più di 500 studenti (superata la soglia viene nominato un ulteriore dirigente).
Abbiamo intervistato il preside della scuola più grande d’Italia, a Palermo, Vito Pecoraro: 2.840 studenti. Quest’anno per mancanza di presidi ha preso in reggenza anche un altro istituto. Si occupa quindi di quasi 4 mila alunni, e ci ha detto: “Non riesco a sentirmi leader educativo al cento per cento, anche se lo faccio con passione: non conosco di persona neanche tutti i miei 320 docenti”.
Il dirigente scolastico italiano coordina oggi in media 160 dipendenti (tra docenti e personale non docente): 56 in più rispetto a 18 anni fa (+54%).
E’ responsabile di più di sei sedi scolastiche (erano 4 nel 2000), poste in alcuni casi a molti chilometri di distanza, che deve “presidiare” fisicamente con frequenza.
Risponde della sicurezza di tutti gli edifici scolastici delle sue scuole (comunque di proprietà degli Enti Locali, e verso i quali non ha “leve”), nonché di tutte le persone (alunni, docenti e ATA) che in esse vivono quotidianamente. In caso di incidenti risponde anche penalmente, diventando quasi un capro espiatorio che paga per tutti.
La sicurezza è solo uno dei fronti in cui è impegnato il dirigente scolastico, forse quello più spinoso. Andiamo avanti con le sue mansioni.
E’ presidente di circa 50 consigli di classe.
Ha la rappresentanza legale dell’istituzione scolastica, cosa che in molti casi porta, anche senza colpa, davanti ai giudici a causa di una società sempre più litigiosa che scarica sul capo d’istituto, terminale dello Stato sul territorio, frustrazioni e delusioni.
E in tribunale deve difendersi da solo, a proprie spese, perché l’Avvocatura dello Stato non può occuparsi delle cause minori, ed è quindi quasi sempre assente.
È quindi coinvolto annualmente in non meno di 5-6 vertenze giudiziarie per fronteggiare ricorsi o vertenze con i genitori o con il personale.
Tuttoscuola ha contato 129 competenze delle quali il DS è direttamente responsabile, dalla rappresentanza legale alle relazioni sindacali, dalla privacy alla responsabilità civile, contabile ed erariale, alla valutazione e al controllo. Sono elencate una a una in appendice al dossier.
Dirigenti scolastici carichi di una responsabilità che non significa però potere. Quello, il potere di decidere, di scegliere, di governare le scuole è imbrigliato nelle norme di attuazione e nei contratti degli altri: un potere che, di fatto, resta solo sulla carta.
Eppure quella del preside, come si chiamava una volta, è sempre più una figura chiave per far funzionare bene il sistema scolastico. Se va in sofferenza un anello strategico della catena, è il risultato complessivo ad essere a rischio.
L’indice del dossier
Le origini del sovraccarico di lavoro
Dal 2000 ad oggi, da quando cioè è stata introdotta l’autonomia delle istituzioni scolastiche (inserita anche nella Carta costituzionale), il numero degli alunni nella scuola statale è rimasto sostanzialmente invariato, così quello degli insegnanti e delle sedi scolastiche sul territorio. Ebbene, nello stesso periodo il numero di dirigenti scolastici – a seguito del dimensionamento della rete scolastica sul territorio – è stato drasticamente ridotto del 35%! Una follia.
In Italia ha prevalso la “visione” di realizzare qualche risparmio, del tutto marginale se si considera che la categoria sulla quale ci si è accaniti rappresenta meno dell’1% del personale della scuola, ma evidentemente svolge un ruolo decisivo. Anzi numerosi studi internazionali concludono che quella del dirigente scolastico è la figura singolarmente più importante per aumentare la qualità del servizio scolastico. Miopia assoluta.
Tutto ciò è avvenuto proprio mentre nuove responsabilità venivano assegnate alle scuole autonome (e quindi a chi le dirige: ben 129 competenze), senza peraltro corrispondenti poteri (il temuto “preside sceriffo” prefigurato dagli oppositori della Buona Scuola renziana non si è mai visto). In compenso si sta introducendo il controllo biometrico delle presenze dei presidi e del personale amministrativo…
Il testo integrale del dossier – con dati, analisi e approfondimenti – sarà presto disponibile su questo sito.
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