Dimensionamento: serve un riequilibrio

Un appello agli amministratori dei comuni e delle province toscani “affinché non compiano l’ennesimo scempio della scuola pubblica, accorpando là dove non è necessario”.

Lo chiede l’Associazione genitori AGe Toscana in una lettera inviata dalla presidente regionale Rita Manzani Di Goro a sindaci, assessori, consigli d’istituto e dirigenti scolastici dell’intero territorio regionale.
Ma al di là del caso toscano (“46 scuole sottodimensionate e attualmente in reggenza, e altre 45 scuole impropriamente tagliate negli anni passati”) l’Associazione fa presente che secondo la bozza di intesa Stato-Regioni, che prevede una media regionale di 900 alunni, “la Lombardia dovrebbe recuperare 135 scuole, l’Emilia Romagna 56, la Toscana 45, mentre la Campania ne deve cedere 168, la Sicilia 107, la Calabria 49”.

Per quanto riguarda la Toscana bersaglio della polemica dei genitori è l’Assessore Stella Targetti che  ha dichiarato di “voler andare avanti con gli accorpamenti, prefigurando istituti comprensivi ingestibili quanto enormi (a Borgo S. Lorenzo 1785 alunni, Pontassieve 2091, Lastra a Signa 1873 e Montemurlo 1776). Così si perdono collaboratori scolastici, e dopo chi le apre le scuole, chi sorveglia i nostri figli, chi è presente per assistere i ragazzi diabetici o portatori di handicap? e il dirigente scolastico, diviso fra troppi plessi e preso da mille incombenze, quando è che si può occupare dei problemi delle singole scuole?”.

Ma mentre in alcune Regioni si registra una situazione simile a quella denunciata dall’AGe Toscana, in altre avviene il contrario. Servirebbe un riequilibrio generale, che dipende però da decisioni che devono essere prese dalle singole Regioni, come richiede il difficile percorso di attuazione del federalismo scolastico.