Dimensionamento scolastico: anche la Toscana ricorre alla Corte Costituzionale

Dopo la Regione Campania, anche la Regione Toscana impugna davanti alla Corte Costituzionale la legge di bilancio che ha previsto il ridimensionamento della rete scolastica (art. 1, comma 557 della legge, che inserisce i commi 5 quater, quinquies e sexies dopo il comma 5 ter dell’art.19 del Dl n. 98/2011, convertito in legge 111/2011). La Regione ha ritenuto che la legge sia “lesiva delle competenze regionali in materia di istruzione e autonomia scolastica ex commi 3 e 6 dell’articolo 117 della Costituzione, nonché dei principi di cui agli articoli 5, 118 primo e secondo comma, e 120 della Carta, ovvero leale collaborazione e sussidiarietà, mancato rispetto delle procedure di coordinamento Stato-Regioni in materia di scuola e delle disposizioni che regolano l’esercizio del potere sostitutivo

Il presidente Giani stima che in regione, per effetto dei nuovi parametri di dimensionamento definiti dalla legge, vi sarà un taglio di 40 posti dell’organico di dirigenti scolastici e che, pertanto “l’accorpamento di istituti pregiudica la stessa capacità di svolgere un servizio scolastico adeguato soprattutto nelle aree della Toscana diffusa, mettendo a rischio funzionalità ed efficienza”. Ha inoltre aggiunto che: “Con il ricorso vogliamo dire che la scuola pubblica non può essere penalizzata, ridimensionata, e considerata oggetto di tagli in un momento in cui invece abbiamo bisogno di offrire più qualità e qualità di servizio scolastico proprio nelle aree più interne, più disagiate, in cui abbiamo il rischio di spopolamento”.

Secondo Giani, la scuola ha bisogno di risorse, non di tagli, per consentire di lasciare quantomeno inalterati il numero di dirigenti e l’autonomia delle singole scuola.

Sulla legge di bilancio c’erano 35 miliardi, e allora, – ha osservato il presidente – perché le maggiori insufficienze le abbiamo viste proprio su scuola e sanità? Nella sanità sono stati indirizzati due miliardi, nella scuola ancora meno, e il risultato è questo”.

L’assessore regionale all’istruzione, Nardini, ha dichiarato che, dopo la Campania che per prima ha impugnato la legge, sono intenzionati a farlo anche Puglia ed Emilia-Romagna, augurandosi che anche altre Regioni seguano questa strada a tutela del proprio sistema scolastico, aggiungendo che “Con questa norma si tagliano autonomie scolastiche e si scarica sulle Regioni la responsabilità di questa scelta. Non è certo questa la flessibilità che volevamo per tutelare alcune situazioni particolari, così alle Regioni non resta che decidere dove tagliare. La scuola dovrebbe essere al centro dell’attenzione delle istituzioni a tutti i livelli, a maggior ragione dopo questi anni così difficili“.

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