Dimensionamento scolastico: la Consulta potrebbe fermare tutto?

Non si può certamente ritenere che le ultime proposte presentate nel giro di poche settimane dal Governo e dal Ministro dell’Istruzione e del Merito sull’istruzione siano di scarsa rilevanza. Tutt’altro. Dimensionamento scolastico, gabbie salariali, autonomia differenziata sono proposte fortemente divisive e, comunque, cariche di un potenziale di riforma e innovazione che, se attuate, modificherebbero notevolmente il quadro attuale della scuola. La prima innovazione, quella del dimensionamento della rete scolastica, varata con la Legge finanziaria e difesa con decisione senza se e senza ma dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, non ha incontrato gravi ostacoli, pur avendo registrato il dissenso del mondo sindacale della scuola e la preoccupazione di molti dirigenti scolastici. A legge approvata e con un percorso già tracciato con previsione di prossima emanazione dei decreti applicativi, quel che ormai sembrava ineluttabile, ha trovato una decisa presa di posizione contraria che, se portata fino alle conseguenze annunciate, potrebbe bloccare o contenere il ridimensionamento della rete scolastica.

Mentre il ministro Valditara difende la decisione che, a suo dire, assicurerebbe “l’efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio”, il governatore della Campania, De Luca, dopo aver accertato che con l’applicazione dei nuovi parametri della rete la sua regione dovrebbe perdere 110 istituzioni scolastiche e i relativi posti di organico di dirigenti scolastici e DSGA, con conseguenti accorpamenti penalizzanti, ha deciso di impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Corte Costituzionale. Siamo i primi a farlo, speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano”.

Sul presunto efficientamento della presenza della dirigenza scolastica, di cui sembra tenacemente convinto il ministro, c’è da osservare che, rimanendo sostanzialmente intatto il numero delle classi e dei docenti nonostante il calo di alunni, si verranno a costituire certamente mega istituzioni scolastiche con un crescente numero di sedi che difficilmente potranno assicurare efficienza organizzativa e gestionale, a tutto svantaggio dell’efficacia del servizio.

La situazione indotta dal ridimensionamento della rete non riguarda soltanto la Campania e le regioni del Mezzogiorno, e l’appello del governatore De Luca potrebbe trovare condivisione anche da altri governatori.

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