Dimensionamento. CPIA vittime sacrificali?

Per il prossimo triennio l’operazione dimensionamento comincerà a “mietere vittime”, riducendo gradualmente il numero delle istituzioni scolastiche, mentre le sedi di erogazione del servizio (plessi scolastici, scuole e istituti) non subiranno cambiamenti, se non quelli fisiologici conseguenti all’andamento demografico della popolazione scolastica.

In questa operazione di dimagrimento che porterà alla riduzione degli organici dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA) – aumentandone comunque il peso organizzativo e le responsabilità gestionali – le notizie sulle impugnative delle regioni Campania e Puglia davanti al TAR nascondono forse singole situazioni particolari e critiche nel territorio.

Tra queste, senza arrivare finora agli onori delle cronache (che forse ne sottovalutano l’importanza), ci sono i CPIA, i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, spesso frequentati anche da stranieri.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, in Italia ce ne sono 129, mediamente uno o due per provincia.

Sull’operazione dimensionamento il ministero ha raccomandato di tenere conto di particolari situazioni territoriali (zone di montagne, piccole isole), ma ha omesso, forse per dimenticanza, di comprendervi anche i CPIA, con una conseguenza negativa, considerando anche il fatto che diversi Centri stanno registrando un aumento di iscritti, soprattutto stranieri.

Il sistema considera purtroppo i CPIA un po’ come figli di un dio minore (non Tuttoscuola, che a questi Istituti che svolgono un ruolo fondamentale ha dedicato più di un dossier, tra cui il recentissimo “Largo ai CPIA” e “Largo ai CPIA: scuole di cittadinanza e benessere per adulti italiani e stranieri”) e, forse per questo, tra i tagli obbligati di organico delle istituzioni scolastiche, le amministrazioni locali, deputate a individuare le istituzioni da ridurre, stanno proponendo accorpamenti di CPIA.

Se l’accorpamento di istituzioni scolastiche aumenta il peso organizzativo e le responsabilità gestionali dei DS e dei DSGA, l’eventuale accorpamento in un unico CPIA provinciale determinerebbe un aggravamento maggiore, considerata anche la complessità del servizio su un ampio territorio, al limite della ingestibilità.

CPIA vittima sacrificale? Invitiamo a ripensarci.

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