DDL Zan, Turi (Uil Scuola): ‘Alla scuola non servono guerre di religione, ma decisioni per metterla in sicurezza’

“Il DDL Zan turba le gerarchie ecclesiastiche che ne chiedono la modifica: sarebbero a rischio la libertà di espressione e l’ingerenza nelle scuole paritarie la maggior parte cattoliche. Sin qui niente di strano – ha detto in un comunicato stampa il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – i patti vanno onorati e la Costituzione attuata, tuttavia si pone un problema: la laicità dello Stato e l’insegnamento nelle scuole statali che lo devono garantire. Secondo il Vaticano il provvedimento in via di approvazione violerebbe la libertà di culto e l’educazione relativa – principio, osserva Turi – che vale anche per la scuola dello Stato, che non può abdicare ad altri la propria missione laica e libera. Quel che accade è che enti e privati hanno diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.  Nei fatti Stato, regioni e comuni, le finanziano sempre più generosamente consentendo la più ampia autonomia in materia di reclutamento del personale con chiamata diretta – elemento che si comprende, precisa il segretario generale della Uil Scuola – visto il tipo di insegnamento richiesto in coerenza con quello confessionale. Quello che, invece, non è accettabile è la loro equiparazione con il personale statale reclutato con avviso pubblico”.

“Nell’iter di conversione del DL Sostegni bis sono stati presentati emendamenti che darebbero vantaggi per insegnare nelle scuole dello Stato. I diritti vanno garantiti a tutti seguendo la Costituzione, ma senza attenuarne i principi fondanti a partire dalla laicità dello Stato. Libera scuola in libero Stato – parafrasa Turi -. E’ un principio vale per tutti. E’ la costituzione che ne definisce i limiti, sempre ignorati, anche nel dibattito in atto con i partiti della sinistra che si stanno pericolosamente spostando, appiattendo sulle gerarchie cattoliche. Siamo agli inizi di un nuovo capitolo della storia politica del nostro Paese dove le mediazioni appaiono molto complesse. Il dibattito può portare a decisioni importanti se allarghiamo gli orizzonti e si rafforza davvero la scuola di questo Paese”.

“Non siamo noi a volere le guerre di religione – ha concluso il segretario della Uil Scuola – chiediamo solo coerenza e reciprocità in termini di orizzonti di libertà e salvaguardia della laicità dello Stato. Principi fondanti della vita dello Stato e della scuola che inducono un’immediata riflessione”.

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