Concorso straordinario per infanzia e primaria: non basta partecipare

Era attesa per venerdì scorso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale concorsi del decreto ministeriale per il concorso straordinario di scuola primaria, dell’infanzia e del sostegno, annunciato dal ministro dell’istruzione Bussetti. Per ora nulla, si dovrà attendere martedì 23 ottobre.

Non si tratterà ancora del bando vero e proprio, bensì del regolamento da cui a breve uscirà anche il bando che dovrà indicare, tra l’altro, la scadenza e le modalità per la presentazione delle domande.

Potranno partecipare a questo concorso non selettivo – in pratica alla fine vinceranno tutti anche se gli ultimi dovranno attendere molto tempo per entrare in ruolo – due categorie di candidati: i vecchi diplomati magistrali a tutto il 2001-02 e i laureati in scienze della formazione primaria.

Requisito indispensabile per partecipare è l’aver prestato almeno due anni di servizio negli ultimi otto anni (il servizio è considerato anno intero se nel medesimo anno scolastico sono stati prestati complessivamente almeno 180 giorni di supplenza oppure la nomina di supplenza è stata conferita senza interruzione dal 1° febbraio fino al termine delle attività didattiche).

Questo concorso straordinario riservato è una prima risposta alla questione dei diplomati magistrali esclusi dalla GAE per effetto della nota sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso.

La non selettività del concorso rischia però di illudere chi pensa che il ruolo sia dietro l’angolo. Non sarà così per la maggior parte, perché a questo concorso straordinario è riservata soltanto una quota di posti disponibili che determinerà lunghi tempi per contemperare anche i diritti di altri; inoltre chi si posizionerà in fondo alla graduatoria di merito, pur avendo la certezza di una nomina in ruolo non immediata, potrebbe attendere anni e anni prima del ruolo, soprattutto nella scuola dell’infanzia.

Non vi sarà dunque selezione, e tutti, prima o poi (se nel frattempo non avranno già raggiunto l’età della pensione), andranno in ruolo. Però…

Rovesciamo la massima delle olimpiadi: non basta partecipare (accontentandosi), occorre vincere (posizionandosi in alto nella graduatoria). Ecco quindi la necessità di prepararsi molto bene.

Il concorso prevede 70 punti per i titoli e 30 per l’esame (niente scritto, solo l’orale).

Per i titoli i giochi ormai sono fatti (chi c’ha c’ha), ma per l’orale no. E quei 30 punti a disposizione potrebbero fare la differenza.