Concorsi scuola: non potranno esserci nuovi vincitori da nominare a settembre
Concorsi scuola/1
Il cambio al vertice del ministero dell’istruzione e lo sdoppiamento del Miur, oltre a ritardare la predisposizione dei nuovi assetti direttoriali e dei principali atti da emanare – come Tuttoscuola, prima di altri, aveva prospettato diverse settimane fa (https://www.tuttoscuola.com/miur-la-macchina-e-ferma/) – avranno come conseguenza lo slittamento delle nomine dei vincitori dei concorsi all’anno scolastico successivo, anziché al 1° settembre 2020, come più volte era stato annunciato dai tre ministri che si sono succeduti nell’ultimo anno al palazzo della Minerva a Roma. Teoricamente si potrebbe salvare la decorrenza 2020, se le procedure concorsuali sforassero di poco l’inizio dell’anno scolastico. Ma servirebbe un provvedimento legislativo ad hoc come è successo nel concorso 2016.
Per fare il punto della situazione concorsuale i sindacati sono stati convocati al ministero per mercoledì 22 gennaio, ma forse nell’incontro si parlerà più della predisposizione dei concorsi che dei tempi del loro svolgimento e conclusione.
Se si considera che normalmente per il completo svolgimento di un concorso occorrono come minimo otto-dieci mesi o, al massimo, oltre un anno, è evidente, calendario alla mano, che per il prossimo settembre non potranno esserci nomine in ruolo di nuovi vincitori per concorsi ordinari e straordinari ancora da bandire.
Sulla metà dei posti vacanti, tuttavia, ci saranno le nomine in ruolo per scorrimento di graduatoria degli iscritti in GAE e di idonei di eventuali graduatorie di merito di precedenti concorsi.
Si prospetta, pertanto, un inizio del prossimo anno scolastico con nomina annuale di molti docenti precari sui posti rimasti vacanti (non meno di 24 mila per la secondaria e 16 mila per infanzia e primaria, pari complessivamente a non meno di 40 mila posti, sostegno compresi) per mancata nomina dei vincitori del concorso.
Alle nomine annuali dei docenti con contratto a tempo determinato si dovranno aggiungere quelle fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) su posti in organico di fatto (oltre 80 mila su posti di sostegno in deroga e altri 30-40 mila su spezzoni di cattedra, per un totale stimabile intorno a 110-120 posti).
E la deleteria e dolorosa giostra delle cattedre continua…
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