Miur, la macchina è ferma
Le dimissioni di Fioramonti e lo spacchettamento del Miur pongono la macchina ministeriale in una posizione di attesa forzata e di possibilità limitata di azione, che potrebbe prolungarsi a lungo.
Senza l’addio dell’ex-ministro in questi giorni sarebbero state disposte le nomine dei direttori generali del Miur e di quattro Uffici scolastici regionali (https://www.tuttoscuola.com/ministero-dellistruzione-14-direttori-generali-da-nominare/ ).
Le domande per tali incarichi sono state presentate entro il 27 dicembre scorso, ma con lo spacchettamento dovranno attendere la ridefinizione delle funzioni dei due nuovi ministeri con l’elevata possibilità che possano essere azzerati.
Ma piove sul bagnato, perché, come riferisce “Italia Oggi”, i decreti di nomina dei tre capi dipartimento, Carmela Palumbo, Giovanna Boda e Fulvio Esposito, designati per tempo dal Consiglio dei Ministri, non hanno avuto la registrazione da parte della Corte dei Conti.
Con lo spacchettamento del Miur occorrerà un nuovo provvedimento che definisca e ripartisca le funzioni amministrative; un provvedimento che certamente non è dietro l’angolo ed è tutto da definire.
Inoltre, in attesa che venga disposto un decreto legge che formalizzi lo spacchettamento del ministero e consenta ai due nuovi ministri di giurare davanti al Capo dello Stato ed entrare nel pieno esercizio delle loro funzioni, il presidente della Repubblica Mattarella ha affidato l’interim del ministero a Palazzo Chigi.
Il 2020 si apre quindi con un imprevisto e pericoloso stallo al vertice della complessa macchina organizzativa del ministero, che potrebbe pesare sulle attività dei settori interessati ma anche del Governo.
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