Concorsi scuola: gli ostacoli amministrativi che ne frenano l’avvio

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Il 2020 sarà, dunque e più di altre volte, l’anno dei concorsi scuola statale, anche se le procedure selettive non potranno concludersi in tempo utile per il 1° settembre 2020, come più volte annunciato, invece, fino a poco tempo fa da fonti ministeriali, a causa soprattutto di impedimenti ostativi di natura amministrativa.

Proprio per questo l’Amministrazione scolastica sia a livello centrale (Ministero) che regionale (Usr) sarà messa a dura prova.

Quali ragioni frenano i concorsi scuola nel loro svolgimento? Approfondiamole. 

Va precisato, in via preliminare, che quasi tutti questi concorsi hanno bisogno di un decreto ministeriale (con acquisizione preventiva del parere del CSPI) che li regolamenti anche in funzione dell’emanazione del successivo bando, oltre alla determinazione effettiva, con autorizzazione del MEF, dei posti da mettere a concorso.

Per tutto questo servono tempi, pareri, confronti.

Soltanto i concorsi scuola dell’infanzia e della primaria (per posti comuni e di sostegno) dispongono già dell’autorizzazione del MEF e di un regolamento con relativi programmi per le prove (fatta salva un’eventuale integrazione conseguente ad una modifica introdotta dalla legge 159/2019 sulla riserva di ammissione dei candidati specializzandi per il sostegno).

C’è un altro problema non da poco sulla strada dell’emanazione dei bandi: ad oggi manca ancora il direttore generale della DG del personale scolastico – e ci vorrà tempo prima che ne sia nominato uno sul posto vacante – cui compete in via esclusiva disporre il bando.

In surroga, tuttavia, potrà sottoscrivere i bandi di concorso il capo dipartimento dell’istruzione che il Consiglio dei Ministri ha nominato. Max Bruschi potrebbe infatti intervenire in surroga, firmando i bandi di concorso, a cominciare da quelli di infanzia e primaria, sperando che sia operativo a tutti gli effetti con la rapida registrazione della sua nomina da parte della Corte dei Conti.