Classi pollaio/1: nonostante gli annunci, alle superiori sono aumentate (+24% nelle prime classi)

I ministri passano, ma i problemi spesso restano. Annunciano programmi e obiettivi, ma poi quando si tratta di misurarne il raggiungimento spesso hanno già passato la mano, e in pochi vanno a fare i conti.

È il caso, ad esempio, delle “classi pollaio” (i lettori ricorderanno lo specifico Dossier di Tuttoscuola con dati e proposte), una questione che, pur non rappresentando certamente il problema più importante del nostro sistema d’istruzione, costituisce comunque una situazione critica per centinaia di migliaia di alunni, molti dei quali, a causa dell’elevata numerosità in cui vivono quotidianamente, sono posti in condizioni meno favorevoli all’apprendimento, con effetti in alcuni casi sul rischio di abbandono.

E non è nemmeno facile per tanti docenti gestire in quelle condizioni un efficace insegnamento. Indubbiamente la riduzione della numerosità delle classi può favorire una più funzionale organizzazione della didattica, ed è un prerequisito fondamentale per la ambita personalizzazione.

Non c’è ministro dell’istruzione negli ultimi 15 anni almeno che non abbia assicurato l’impegno a mettere nel mirino le classi pollaio. Per l’ex ministro Patrizio Bianchi (Governo Draghi) il sovraffollamento delle classi era “una priorità assoluta”. “E’ un argomento di cui mi sono occupato fin da subito”, spiegò Bianchi rispondendo a un question time alla Camera a settembre 2021. “Bisogna mettere mano al rapporto strutturale tra docenti e studenti”. E poi: “Abbiamo la conoscenza millimetrica del problema e ci stiamo lavorando con interventi mirati”. Cosa è stato fatto?

Il fenomeno va valutato sulle classi di nuova costituzione, cioè le prime (quelle successive non possono certo essere sdoppiate in corso di ciclo, possono solo vedersi ridotta la numerosità in maniera “naturale” a causa di abbandoni e bocciature). Ebbene quest’anno (in cui l’organizzazione del servizio, a partire dagli organici e dalle classi, è stata interamente gestita da Bianchi, in coordinamento con il collega del MEF Franco) le prime classi delle superiori con oltre 27 alunni sono passate dalle 1.981 (7,9% del totale) del 2021-22 alle 2.459 (9,8%): un incremento del 24%!

Come aveva avvertito Tuttoscuola, la legge finanziaria 2022, invece di modificare i parametri per la formazione delle classi previsti dal dpr 81/2009 (misura strutturale), si limitava a prevedere la riduzione del numero delle classi pollaio soltanto nelle scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica, con il rischio concreto di non riuscire a incidere in modo complessivo sul fenomeno. Ed ecco i risultati.

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