Bilancio delle scuole: poco spazio agli investimenti

Con il 2011 il Ministero ha attuato una nuova politica di finanziamento, anticipando in questi primi mesi dell’anno i budget riconosciuti per le spese di supplenza fino a dicembre e per la ditta di pulizie fino a giugno; negli ultimi mesi del 2010 ha provveduto anche a erogare 230 milioni di euro a parziale copertura dei residui attivi, ossia dei crediti vantati dalle scuole. Tutto bene dunque? Non più di tanto, perché in effetti la capacità di spesa delle scuole si è di molto ridotta ed è pratica comune, come dichiarano le associazioni di categoria dei dirigenti scolastici, far ricorso al contributo dei genitori per incrementare l’offerta formativa, pratica peraltro consentita dalla legge e ribadita con la recente L. 40/2007.

I maggiori finanziamenti messi in evidenza dal Miur in realtà hanno motivazioni pratiche: saldo delle supplenze di dicembre perché non lo si era fatto prima; aumento del budget per le ore di sostituzione dei colleghi assenti per non chiamare supplenti; aumento del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa finalizzato a finanziare i corsi di recupero che non avevano adeguata copertura. Anche l’aumento di finanziamento per il funzionamento sembra destinato più all’integrazione di servizi esternalizzati, ossia a far fronte a tagli del personale, che a un reale aumento dell’offerta formativa.

Il ricorso ad artifici di bilancio e a dichiarazioni per sottolineare vantaggi non effettivamente assicurati rischia di affievolire l’autorevolezza della funzione di governo amministrativo.