Bari/2: gli esiti del convegno

Tutti gli interventi della prima sessione hanno messo in evidenza che abbiamo bisogno di una politica scolastica e formativa capace di portare i giovani e la popolazione adulta verso gli obiettivi di Lisbona. C’è la necessità di costruire un nuovo patto tra istituzioni nazionali, regionali, territoriali e la scuola. Occorre mettere in chiaro “cosa chiedono lo Stato e le Regioni alla scuola. Ma anche cosa la scuola, con la sua autonomia, deve attendersi – e con quali regole – perché possa svolgere quel ruolo cruciale e strategico che – per lo meno come affermazione di principio- le riconoscono”. E’ “dunque, urgente definire, compiutamente, i contenuti e il percorso di attuazione della riforma del titolo V della Costituzione. La cosa peggiore è rimanere in mezzo al guado”.

In un’ottica federalista – è stato sostenuto – nello Stato, Regioni, Autonomie locali e scolastiche va consolidata una visione comune dei problemi, sviluppate competenze omogenee, rafforzate le modalità di costruzione dei processi decisionali. E’, perciò, decisivo promuovere una nuova cultura fondata sulla leale collaborazione e il dialogo interistituzionale.

Nella seconda sessione dei lavori l’attenzione è stata centrata, sulla base degli esiti di una significativa ricerca condotta dall’Assessorato Diritto allo Studio, sulla situazione della scuola in Puglia rispetto all’offerta didattica, alla domanda d’istruzione, all’edilizia scolastica, alla condizione degli insegnanti e degli studenti, sulle  prospettive di sviluppo nell’arco del prossimo triennio alla luce dei cambiamenti istituzionali, normativi e demografici e degli obiettivi di sviluppo della regione Puglia.

Viesti, un tecnico prestato alla politica, a conclusione dei lavori ha auspicato una maggiore attenzione del mondo politico alle questioni che coinvolgono la scuola per creare le condizioni di politiche formative stabili e condivise.