Atti vandalici nelle scuole. Che fare?

L’edizione palermitana di Repubblica dà notizia dell’ennesimo atto teppistico commesso ai danni di un edificio scolastico durante il fine settimana di Pasqua, in piena zona rossa. Alcuni ragazzi, ripresi dal sistema di videosorveglianza che la scuola ha installato a proprie spese, sono penetrati per tre volte, anche in pieno giorno, all’interno del liceo linguistico Ninni Cassarà, situato nella zona Fiera-Cantieri, dopo aver divelto una grata laterale.

Fortunatamente l’accesso ai piani superiori è stato impedito dai cancelli blindati, e così, come spiega la preside Daniela Crimi, gli invasori “si sono dovuti accontentare di restare al piano terra dove ci sono i distributori automatici”, che però sono stati distrutti, probabilmente “per rubare i cento euro che erano rimasti dentro”. La polizia sta indagando partendo proprio dalle immagini riprese dalle telecamere della scuola, e si porrà di nuovo, ammesso che i giovani siano individuati, il problema di che cosa fare, soprattutto nel caso che si trattasse di studenti della stessa scuola.

A parte i possibili risvolti penali, la preside e i docenti dovranno decidere se sospendere i responsabili dalle lezioni (fino a 15 giorni decide il Consiglio di classe, per un periodo superiore il Consiglio di istituto) oppure trovare un tipo di sanzione che salvaguardi la finalità istituzionale della scuola, che è quella educativa. In casi analoghi, in passato, si è preferito non allontanare gli studenti dalla scuola, obbligandoli invece, più che a risarcire i danni materiali, ad effettuare prestazioni in favore della scuola, o della comunità locale in forma di volontariato, fuori dell’orario scolastico.

Forse è a quest’ultima soluzione che guarda la scuola. “Abbiamo educato intere generazioni alla bellezza e alla cura delle cose pubbliche, abbiamo cercato di dare l’esempio in un quartiere pieno di contraddizioni, ridando per prima cosa bellezza a un edificio che abbiamo trovato abbandonato all’incuria e al degrado. Continueremo in questa direzione”, ha detto la preside, che per quanto riguarda i danni materiali intende chiedere al Ministero “risorse dal fondo per gli atti di vandalismo”.

Bene: è giusto che una scuola si occupi prima di tutto di evitare che ci siano danni morali.

Il problema del vandalismo che colpisce gli edifici scolastici sta assumendo però dimensioni preoccupanti, tanto da indurre il prof. Rosolino Cicero, presidente dell’ANCODIS (Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici), a proporre in un comunicato stampa l’istituzione di una “Giornata nazionale a difesa della scuola da ogni attacco violento”.

Qualsiasi atto vandalico è grave e da condannare. Verso una scuola, presidio di democrazia ed equità sociale, doppiamente.