Aprea: questo concorso penalizza i giovani

Io sono convinta che Profumo sia in buona fede quando dice di voler aprire le porte al merito, a docenti giovani, aggiornati e preparati, ma devo constatare che la sua scelta torna indietro di 15 anni. Non si può prevedere una formazione professionale per i docenti (i TFA, ndr) e poi smentire questa importante rivoluzione, ostacolando di fatto il loro ingresso nelle scuole.

Valentina Aprea, assessore all’istruzione e formazione della Lombardia, già sottosegretario al Miur con il ministro Moratti (2001-2006) e presidente della commissione Cultura della Camera (2008-2011), non nasconde di nutrire riserve di fondo sul meccanismo concorsuale apprestato dal ministro Profumo. In una intervista a ilsussidiario.net ribadisce di essere favorevole alla stabilizzazione dei precari: i “diritti vanno rispettati”, sostiene, ma “senza tradire i giovani e la formazione iniziale”.

A suo giudizio “le pressioni sindacali hanno avuto la meglio, i giovani sono stati messi in coda a tutti gli altri”: essi non potranno partecipare al prossimo concorso, e dovranno aspettare a lungo, tanto più che la graduatoria dei vincitori varrà per tre anni.

Inoltre la prevedibile massa di partecipanti al concorso, aperto anche ai vecchi laureati e diplomati non abilitati (ante 2001-2002), produrrà ulteriori aspettative e resistenze verso l’indizione di nuovi concorsi.

L’errore è stato quello di fare riferimento a una vecchia normativa, quella del 1999, varata quando ancora non c’erano le SSIS né la formazione iniziale in università, e neppure le graduatorie permanenti. Guardando indietro anzichè avanti si rischia di scontentare tutti, insiste Aprea, e soprattutto di escludere i giovani per anni. Si sarebbe dovuto invece riscrivere le regole del reclutamento puntando sulle scuole autonome e le loro reti come soggetti idonei a valutare le competenze dei docenti abilitati, inseriti in appositi albi regionali.

Ma l’attuale governo e il ministro Profumo non stanno andando in questa direzione. “Questo governo tecnico si trova a vivere una stagione politica assolutamente inedita e unica”, osserva Aprea. “Aveva − e credo abbia ancora − ampi margini di manovra, ma che non sembra intenzionato a sfruttare. Dalla compagine di tecnici scelta dal professor Monti ci saremmo aspettati un salto di qualità più netto a favore delle autonomie, ma devo riconoscere che non si è visto nulla.

L’assessore Aprea ha anche fatto visita questa mattina, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico, all’Opera sociale don Bosco di Sesto San Giovanni, nella quale studiano circa 2000 ragazzi tra secondaria di primo grado (450), secondaria di secondo grado (1.300 divisi tra licei e Istituto tecnico) e formazione professionale (300), e non ha mancato di sottolineare che “la Regione crede e investe molto in questi percorsi, da cui ci attendiamo un importante sviluppo per l’economia lombarda” e che costituiscono “il miglior antidoto alla crisi che stiamo vivendo e che coinvolge soprattutto il lavoro dei giovani”.