Aprea critica il governo per l’impugnativa della legge regionale

Dopo l’impugnativa della legge regionale lombarda da parte del Miur, nell’entourage del ministro Profumo si cerca di smorzare sul nascere la polemica, precisando che si è trattato di un intervento tecnico privo di qualsiasi valenza politica.

Ma il tentativo di buttare acqua sul fuoco sembra non riuscire, visto che con immediatezza è subito arrivata la pepata reazione dell’assessore regionale Valentina Aprea.

L’impugnativa della legge regionale per sperimentare il concorso di docenti per la scuola appare un atto di conservatorismo incomprensibile: giunge dal Governo il segnale di non volere nessun vero cambiamento nella scuola”.

L’esponente del Pdl se la prende con quello che giudica il centralismo del governo in spregio della Costituzione e dichiara: “Non vorremmo che questo Governo finisse per restaurare un centralismo esasperato ed irriguardoso della Costituzione del 2001 e del principio di sussidiarietà che non aiuta certo chi ha a cuore lo sviluppo del nostro Paese. Devo dedurne che il Governo non vuole parlare di merito e qualità nella scuola, lasciando inalterato il meccanismo di attribuzione degli insegnanti per graduatorie anonime che non sanno valutare il valore dei docenti e ha dimostrato da decenni di non funzionare”.

Poi c’è un riferimento ai rapporti con il ministro Profumo che non mancherà di alimentare nuove polemiche: “La decisione del Governo giunge tanto più strana dal momento che il presidente Formigoni ed io ci siamo a lungo confrontati con il ministro Profumo e abbiamo concordato un nuovo testo, recependo le modifiche opportune per l’approvazione da parte del Governo. Ora l’Esecutivo contraddice se stesso”.

Regione Lombardia – conclude Aprea – non si fa comunque intimidire: consentire alle scuole di  scegliere gli insegnanti è un dovere che abbiamo nei confronti dei nostri cittadini”.

Ma  questo punto sarà la Consulta a far da arbitro sulla questione.