Appalto delle pulizie: cosa vuole davvero il Miur?

Novità per gli appalti delle pulizie nelle scuole. Le associazioni imprenditoriali, i sindacati di settore e i Ministeri dell’Istruzione, del Lavoro e dei Rapporti con le Regioni lo scorso 14 giugno hanno sottoscritto, dopo una trattativa lampo (2 giorni), l’intesa per gli appalti delle pulizie scolastiche.

Cosa accadrà adesso che è stato siglato l’accordo con le imprese di pulizie: le scuole con i contratti più ricchi riceveranno la necessaria integrazione oppure le scuole, già penalizzate per dodici anni con servizi inferiori ai tagli subiti, otterranno finalmente un trattamento più equo?

A quanto sembra a “pagare” saranno ancora le scuole. Tutto bene sembra per le imprese di pulizie, un po’ meno per le 4mila scuole coinvolte e per le migliaia di collaboratori scolastici iscritti nelle graduatorie d’istituto, che speravano in un mutamento della situazione.

L’accordo sottoscritto comporta per il Miur l’obbligo di ritirare la direttiva del dicembre scorso che prevedeva, tra le altre cose, che le scuole acquistassero singolarmente e autonomamente il servizio. Nel frattempo si prorogava la validità dei contratti in essere fino all’indizione di nuove gare d’appalto su base regionale o comunque su ampia base territoriale, con il supporto di CONSIP Spa.

I contratti attualmente in vigore presentano serie problematiche acuite dal fatto che fanno riferimento alla situazione in essere al 25 maggio 1999, quando erano ancora gli Enti locali a occuparsi delle pulizie nelle scuole. Da allora ampliamenti, accorpamenti e soppressioni di scuole hanno modificato la geografia di distribuzione territoriale delle istituzioni scolastiche senza che gli attuali accordi ne tengano minimamente conto e – fatto ancora più grave – continuano a persistere notevoli sperequazioni fra le singole scuole: a fronte di un singolo posto di collaboratore scolastico accantonato sono in vigore contratti che oscillano fra i 5mila e i 105mila euro. L’attuale normativa prevede a carico delle scuole l’obbligo di accantonare il 25% dei posti in organico là dove esistono servizi esternalizzati.

Considerati i tagli degli organici del personale, che raggiungeranno il massimo nel prossimo anno scolastico, è normale che le scuole guardino con interesse al possibile recupero dei posti accantonati, anche per garantire la sorveglianza durante tutto l’orario delle lezioni. Ulteriori preoccupazioni derivano dall’insufficienza dei finanziamenti finora ricevuti.

 “Nella sola provincia di Firenze il superamento dei contratti di pulizia con il ricorso ai collaboratori scolastici fino al termine delle attività didattiche consentirebbe un risparmio annuo di circa un milione di euro – ha dichiarato a Tuttoscuola Rita Manzani Di Goro, presidente dell’Associazione Genitori A.Ge. Toscana. Non si capiscono i motivi che hanno indotto il Miur a perseverare in una scelta che determina scontento, disagio e un grande spreco di denaro pubblico. Le imprese possono andare bene per uffici, caserme, industrie, ma non per le scuole: i nostri figli hanno bisogno di una valida ed adeguata sorveglianza e le scuole di finanziamenti e di personale”.