Abilitazione docenti in Romania: gli effetti del ‘no’ del Miur

La nota del 2 aprile con cui il Ministero dell’istruzione ha respinto la richiesta di riconoscimento delle abilitazioni e del sostegno ottenuti in Romania sta producendo effetti a catena.

Sono circa 4 mila i docenti italiani che a caro prezzo (per il sostegno si è arrivati a pagare 20 mila euro, oltre alle spese di cancelleria) avevano ottenuto da università rumene il titolo, contando sul suo riconoscimento in Italia. Allettati da una convincente pubblicità dei corsi, riportata anche da noti siti web che si occupano di scuola, si erano convinti a tentare questa conquista veloce di un titolo prezioso per poter lavorare nella scuola italiana.

Soldi buttati al vento per i quali ora è impossibile chiedere rimborsi. Le agenzie che organizzavano questa specie di “turismo scolastico” dei viaggi in Romania, tutto pagato, titolo compreso, probabilmente cercheranno qualche via legale per tentare di salvare l’impossibile. Ma il “no” del Miur sembra proprio senza appello.

Un “no” quello del Miur, che sta provvedendo a decretare uno ad uno il rigetto della richiesta di riconoscimento, r che comporterà l’immediata cancellazione da graduatorie in cui gli interessati erano stati iscritti con riserva.

In qualche caso potrebbe esserci anche l’esclusione dalle prove preselettive per l’ammissione ai corsi di specializzazione per il sostegno presso le università, in programma per il 15 e 16 aprile.