
Gli scioperi per Gaza/3. Ma quanti insegnanti hanno davvero scioperato?

Il Dipartimento della Funzione Pubblica non ha ancora reso noti i dati complessivi relativi alle assenze dal posto di lavoro registrate nelle giornate del 19 e 22 settembre, quelle scelte dalla Cgil e dai sindacati di base per lo sciopero generale di solidarietà con il popolo palestinese. Le stime riferite da alcune fonti giornalistiche parlano di un numero di adesioni relativamente limitato, che nel settore del pubblico impiego considerato nel suo insieme avrebbe comunque raggiunto percentuali inferiori al 6%.
Ma quanti di questi lavoratori assenti hanno effettivamente scioperato, con relativa trattenuta sullo stipendio? Non si hanno dati, almeno per ora, per il 19, mentre da una tabella pubblicata dallo stesso Dipartimento (Ufficio relazioni sindacali) per la giornata del 22 risulta che coloro che sono risultati assenti “per altri motivi” sono stati più numerosi di quelli che scioperando hanno rinunciato alla giornata di stipendio: il 22 settembre, insomma, ci sarebbe stato più personale assente per ferie o per malattia che per aver aderito allo sciopero.
I dati che compaiono nella citata tabella, relativi al settore “Istruzione e ricerca”, sono i seguenti: personale in servizio nella giornata: 73.483; personale aderente allo sciopero: 6.639; personale assente per altri motivi: 8.046. Cifre, come si vede, molto inferiori al numero effettivo totale dei dipendenti della scuola, che è di oltre un milione, ma che sono riferiti, come spiega una nota, solo “al personale delle amministrazioni che hanno provveduto all’inserimento in procedura Gepas”.
La procedura GEPAS (Gestione Pubblicazione Scioperi) è il sistema informatico che le Pubbliche Amministrazioni italiane devono utilizzare per comunicare alla Commissione di Garanzia e al Dipartimento della Funzione Pubblica i dati relativi agli scioperi nel settore pubblico, come la durata e l’adesione. La comunicazione, obbligatoria, deve esser fatta “tempestivamente”, ma molte scuole devono aver interpretato questo avverbio in senso, per dir così, elastico. Quelle fornite dal Dipartimento vanno pertanto considerate come una specie di “campione”.
Sarà interessante conoscere, in tempi auspicabilmente brevi, i dati definitivi relativi a tutto il personale.
Intanto oltre 100 insegnanti dell’istituto comprensivo Di Vona Speri di Milano hanno deciso di prendere posizione riguardo a quello che sta succedendo a Gaza e in Palestina, informa l’Ansa. “La scuola non può essere neutrale”, affermano. “Di fronte alla disumanità e all’ingiustizia del genocidio in atto a Gaza, il ruolo educativo dei docenti, che comporta la responsabilità di formare cittadini responsabili e attivi promuovendo i valori fondanti della vita in comune, come la solidarietà e il rispetto degli altri e dei diritti umani, implica una presa di posizione chiara e pubblica a favore della pace, della dignità umana e della legalità internazionale”. E si impegnano a costruire momenti di riflessione pubblica e iniziative con gli alunni sui temi della pace, dei diritti umani e del diritto internazionale.
La prima iniziativa è stata la realizzazione dell’installazione collettiva “Restiamo umani. Pensieri per Gaza” nell’atrio della scuola media dell’Istituto, la Quintino Di Vona. Gli oltre ottocento studenti delle 36 classi hanno scritto messaggi di vicinanza e solidarietà ai bambini di Gaza.
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