Si alza la ‘speranza di vita’, in pensione più tardi: cosa succederà nella scuola?

Nei giorni scorsi l’Istat, in base alle rilevazioni dell’età della popolazione, ha calcolato che la cosiddetta ‘speranza di vita’ degli italiani si è ulteriormente innalzata. Si vive di più e, conseguentemente ai meccanismi pensionistici previsti dalle leggi in materia, si deve lavorare di più, ritardando il momento della sospirata pensione.

L’ISTAT, in proposito, ha calcolato che occorrerà aggiungere altri 5 mesi ai limiti di vecchiaia o anzianità contributiva per accedere alla pensione.

Quando il meccanismo della speranza di vita è stato applicato nel 2012, si andava in pensione con 66 anni di età anagrafica o 42 anni e un mese di contributi (41 e un mese per le donne).

Per il 2017 (e per il 2018) la speranza di vita, dopo vari aumenti, è arrivata attualmente a 66 anni e 7 mesi di età anagrafica per la pensione di vecchiaia o 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne) per la pensione anticipata (a domanda).

I 66 anni e 7 mesi devono essere raggiunti al 31 agosto scorso, mentre l’anzianità contributiva per la pensione anticipata a domanda va calcolata al 31 dicembre prossimo.

Questi requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva sono già stati previsti anche per il 2018 e dovrebbero essere confermati senza variazione.

Ma la nuova speranza di vita di altri cinque mesi se e quando sarà applicata?

Le confederazioni sindacali hanno chiesto al Governo di evitare l’applicazione automatica degli ulteriori cinque mesi di speranza di vita, ma l’Inps ha fatto saper che l’eventuale sconto sarebbe insopportabile per le casse previdenziali.

L’apposito decreto del Governo definirà il quanto: quattro o (quasi certamente) cinque mesi in più.

Cosa succederà nella scuola?

Con cinque mesi di speranza di vita in più, si dovrà lasciare il servizio per raggiunti limiti di età a 67 anni compiuti entro il 31 agosto 2019 oppure, a domanda, si potrà lasciare il servizio per la pensione anticipata con un’anzianità contributiva compiuta al 31 dicembre 2019 di 43 anni e tre mesi per gli uomini o 42 anni e tre mesi per le donne.

Probabilmente chi al 31 dicembre 2011 aveva raggiunto quota 96 (cioè 60 anni di età e 36 di contributi) non è interessato alla speranza di vita, perché, comunque, ha già lasciato il servizio per la pensione secondo le più favorevoli regole precedenti.