Reclutamento precari: numeri in libertà e numeri taciuti

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Il nodo del reclutamento dei docenti precari è diventato negli ultimi giorni argomento da prima pagina su molti quotidiani, e notizia quasi centrale in molte informazioni radio-televisive.

Nell’ampia informativa dedicata all’argomento emerge sempre un dato sui posti a concorso che sembra soprattutto finalizzato a mettere in risalto la portata e l’importanza dell’argomento: 32 mila posti stabilizzati a settembre.

Gli addetti ai lavori sanno benissimo che quei 32 mila posti saranno spalmati su quattro anni scolastici (lo prevede il bando) e che a settembre potranno esserci sì e no 10 mila assunzioni.

Ma indubbiamente 32 mila posti fanno più colpo e servono a rendere evidente e importante l’intera disputa sulle modalità di reclutamento.

È un po’ giocare con il fuoco, perché può illudere decime di migliaia di precari che sono tornati sul piede di guerra per il timore che la disputa all’interno della maggioranza faccia saltare il banco.

Ma c’è un altro rischio, forse socialmente e politicamente più importante, di cui sembra nessuno voglia parlare e che Tuttoscuola da giorni cerca di rendere noto: le assunzioni non sono nuove cattedre finalizzate a sdoppiare classi numerose o a facilitare il distanziamento: sono posti per stabilizzare buona parte dei professori che quest’anno insegnavano da supplenti.

Una scelta che non ha costi eccessivi, perché rappresenta il turn over fisiologico di altrettanti docenti che andranno in pensione. Avrebbe indubbiamente ben altri costi (dell’ordine di diverse centinaia di milioni all’anno) se a quei posti corrispondesse anche l’istituzione ex-novo di altrettante nuove cattedre.

Siamo sicuri che, quando a settembre (o forse prima) le famiglie degli alunni e le loro associazioni capiranno che tutta questa disputa sul reclutamento dei precari non ha considerato anche il potenziamento organizzativo della scuola post Covid-19, prenderanno atto semplicemente di questa scelta che certamente e giustamente migliora le condizioni del personale, ma che non incide sul potenziamento del servizio a favore degli alunni?