Precario vince ricorso contro il Miur per ‘uso distorto delle supplenze’

Marchigiano, 32 anni, professione insegnante. Precario. Dopo 5 anni di precariato continuo nella stessa scuola, l’uomo decide di presentare ricorso contro il Ministero dell’Istruzione e lo vince. Ora il Miur è condannato a risarcire il docente. Gli ha riconosciuto un indennizzo di ben 5 mensilità in busta paga oltre agli scatti di anzianità. Uil Marche: “Una sentenza storica“.

Il prof, assistito dagli avvocati Matteo Catalani e Simona Cognini dell’ufficio legale della Uil Scuola Marche, aveva prestato servizio ininterrottamente dal 2010 al 2015 al Liceo Classico Rinaldini di Ancona. Sempre contratti a tempo determinato per una delle cattedre specifiche dell’indirizzo musicale. Rapporti di lavoro che per il Miur rientravano nel cosiddetto “organico di fatto”, stabilito di anno in anno a seconda del numero degli iscritti. I legali della Uil Scuola, invece, hanno fatto notare che i Licei Musicali, creati con la Riforma Gelmini proprio nel 2010, non sono mai stati dotati di “organico di diritto” e che le cattedre sono attribuite a supplenti”.

Così il giudice ha riconosciuto “un uso improprio o distorto” delle supplenze “da ritenersi, del tutto assimilabili a quelle svolte su posti in organico di diritto”. E non essendoci certezza di una stabilizzazione in tempi “certi e ravvicinati”, ha deciso per un indennizzo economico. Il Miur, che con ogni probabilità presenterà ricorso in Appello, è stato anche condannato a pagare metà delle spese del ricorrente. “Questa sentenza rimarca ancora una volta l’inadempienza del Ministero – commenta Claudia Mazzucchelli, segretaria Uil Scuola Marche – perché il liceo musicale ormai da molti anni non è più sperimentale ma è entrato a far parte dell’ordinamento. Non si capisce come mai non venga istituito un organico di diritto così da poter stabilizzare tutti questi insegnanti altrimenti costretti a un precariato perenne, a tutela della loro professionalità, della continuità didattica e, di conseguenza, a vantaggio anche degli stessi studenti“.