Lo stress della dirigenza e la nostra linea editoriale

Lo stress è ormai di casa anche nella scuola e si propaga a macchia d’olio tra gli operatori scolastici. Le cause sono di varia natura: tra le principali, le tensioni che la società sempre più riversa sulla scuola – a sua volta priva di una preparazione specifica in campo relazionale – carichi di lavoro e burocrazia crescenti, e la disorganizzazione di un sistema che gestisce il lavoro di oltre un milione di addetti, contraddistinto da regole di funzionamento caotiche e inefficienti.

Chi non vive l’ambiente e non conosce neanche il peso – scientificamente provato – che grava sulle cosiddette “helping professions”, le professioni di aiuto alla persona, non riesce in genere a comprendere in pieno questa situazione. e a volte tira fuori provocatoriamente l’abusato argomento della “mezza giornata di lavoro” e dei “tre mesi di vacanza”: e già, l’insensato egualitarismo assoluto che da sempre regna nella scuola italiana rende possibile che alcuni – si spera pochi – vivano in quel modo la professione (magari perché ne hanno anche un’altra in nero, o perché a loro va bene così), senza che nessuno tolga loro nulla rispetto ai colleghi.

Ma questa è un’aggravante per l’equilibrio di tutti gli altri – e sono tantissimi – che si impegnano al massimo ricevendo lo stesso identico trattamento economico e di carriera dei primi. Cioè ben misero. Sia chiaro: siamo pienamente consapevoli che quasi tutte le professioni di oggi sono stressanti, anche perché viviamo in una società sempre più nevrotica e “multitasking”, e che senz’altro esistono mestieri più faticosi (ma anche in molti casi con condizioni economiche ben diverse: un top manager farebbe la stessa vita, certamente più stressante, per uno stipendio di dieci o venti volte più basso, come quelli che girano nella scuola?). Ma noi ci chiamiamo Tuttoscuola e ci occupiamo di questo universo. Non lo facciamo, però, in chiave rivendicativa degli interessi di categoria (che pure ovviamente ci sta molto a cuore): il tema è più ampio e investe l’interesse collettivo di poter contare su un sistema formativo in grado di svolgere al meglio il suo fondamentale ruolo. Un interesse nazionale, perché strategico per il benessere e la competitività del paese, non dimentichiamolo mai. E un preside costretto a occuparsi di 3.900 alunni – per fare un esempio, di cui si parla nel nostro dossier – non può umanamente seguire al meglio tutti, e i primi a rimetterci sono proprio gli studenti.

La preoccupazione di fondo è che se il disagio tra il personale della scuola salisse oltre il livello di guardia, questo potrebbe influire anche sugli studenti. Meglio allora prevenire. A queste situazioni critiche Tuttoscuola ha dedicato un primo dossier “La scuola che soffre/1. DIRIGENTI, CHE STRESS. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze” (a cui seguiranno un focus sui docenti e uno sul personale non docente), con lo scopo principale di porre il tema all’attenzione dell’opinione pubblica e dei media. Risultato raggiunto grazie anche a dati inoppugnabili e analisi esclusive, che hanno conquistato la prima pagina di quotidiani nazionali, telegiornali, agenzie di stampa, settimanalie portali di informazione.

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Numerosi gli apprezzamenti che arrivano da più parti, tra i dirigenti scolastici e non solo. Il livello di approfondimento, le analisi ritenute così aderenti alla realtà scolastica, hanno spinto qualcuno a chiedersi chi indirizzi la linea editoriale di Tuttoscuola.

La risposta è semplice: non ci sono dietro gruppi economici o di potere, né portatori organizzati di interessi, né centri di influenza: solo persone appassionate di educazione, che conoscono profondamente la scuola dalla “trincea” e la vivono con la voglia di contribuire a migliorarla. Operano sul solco tracciato dal fondatore Alfredo Vinciguerra, che –per intenderci – prima di morire dettò il titolo del numero della rivista che lo avrebbe commemorato: “Una vita per la scuola”. Passione e valori a sua volta ereditati dal padre, maestro e preside che seppe testimoniare la propria vocazione educativa, al quale non a caso è intitolata la Scuola media statale “Giovanni Vinciguerra” di Anagni. Questo il nostro codice
genetico.

Molti hanno affermato – qualcuno anche pubblicamente – che Tuttoscuola svolge “un servizio alle famiglie, agli insegnanti, al sistema pubblico. Fanno un servizio pubblico”. Li ringraziamo. In ogni caso, non riceviamo alcuna sovvenzione e non dobbiamo render conto a nessuno, se non ai lettori. A sostegno di Tuttoscuola c’è infatti la comunità dei lettori e dei fruitori della formazione, visto che da alcuni anni siamo impegnati anche in questo campo e siamo fieri di essere stati appena riconosciuti dal Miur ente accreditato per la formazione del personale della scuola.

Una comunità che oggi trova con la nuova formula della Membership di Tuttoscuola una modalità strutturata per sentirsi parte attiva di un gruppo di persone che hanno a cuore la scuola in cui ognuno mette in comune (cum) il proprio dono (munus), ricevendo tutti i nostri servizi e sostenendo così il nostro impegno. A partire dal progetto “La scuola che sogniamo”, che si pone proprio l’obiettivo di contribuire, insieme e dal basso, all’arricchimento culturale e professionale della scuola italiana.

La nostra linea editoriale è semplice: analizzare problemi, presentarli in modo chiaro ed efficace, individuare le cause, suggerire possibili soluzioni, tenendo aperto il dialogo tra le parti; mettere in risalto il tanto di buono che c’è nella scuola italiana e che spesso non è visibile fuori dalle aule. Ad altri, e in questo caso particolare ai rappresentanti sindacali della dirigenza scolastica, spetta il compito non facile di contrattare soluzioni adeguate e dignitose, svolgendo la fondamentale funzione di rappresentare le esigenze della categoria verso il datore di lavoro e tutti gli stakeholders.

Con l’auspicio che questo dossier, scevro da suggestioni politiche e portatore di valutazioni fondate esclusivamente su situazioni oggettive, possa essere fonte di dati utili e stimolo per riflessioni non solo in campo sindacale, ma anche per le istituzioni e per il pubblico. Un assist, come si dice in gergo sportivo. Nessuna concorrenza con il mondo sindacale, dunque, ma piuttosto sostegno, difesa, apprezzamento e valorizzazione di una funzione strategica per la qualità della scuola. Come ricordiamo nel dossier, il dirigente scolastico, leader educativo, è la figura singolarmente più importante per la qualità del servizio scolastico.

Mettiamolo in condizione di lavorare al meglio. 

G. V.

Per chi volesse saperne di più sulla nostra storia e sulla missione che ci siamo dati e i valori che ci ispirano.