L’educazione civica in prospettiva leghista

La scorsa settimana è stata data notizia, tramite un’apposita conferenza stampa, di un progetto di legge presentato alla Camera dai ministri leghisti Matteo Salvini (Interno), Marco Bussetti (Istruzione) e Lorenzo Fontana (Famiglia) finalizzato a rendere l’Educazione civica “obbligatoria in tutte le scuole italiane dalla scuola materna fino alla secondaria di secondo grado”. Stando a quanto affermato dal deputato leghista Massimiliano Capitanio, primo firmatario della proposta, il progetto sarebbe “condiviso con gli alleati”, cioè con il Movimento 5 Stelle (dal quale peraltro non sono giunte reazioni), e dovrebbe iniziare il suo iter già dal prossimo mese di gennaio. È da notare, peraltro, che la materia non è contemplata nel ‘contratto’.

Il progetto prevede un insegnamento “obbligatorio e curricolare” dai tre ai diciott’anni. Per le scuole dell’infanzia si parla genericamente di “progetti di Educazione civica” mentre per la scuola primaria sarebbero assegnate alla materia 33 ore annuali con una valutazione delle conoscenze acquisite dal terzo anno, e certificazione delle competenze (“soft skills”) alla fine del triennio delle medie e del biennio delle superiori. Inoltre, come ha stabilito il ministro Bussetti, l’Educazione civica sarà materia di colloquio già dal corrente anno scolastico in occasione sia dell’esame di terza media sia della maturità, la cui prova orale accerterà “le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito delle attività di ‘Cittadinanza e Costituzione’”.

Il carattere transdisciplinare dell’Educazione civica appare confermato anche nella proposta leghista, secondo la quale sarebbe un regolamento del Miur a orientare l’insegnamento di alcune materie, a partire dalla conoscenza della Costituzione, per toccare poi una serie di altri obiettivi come il contrasto a bullismo e cyberbullismo, l’educazione stradale, l’educazione ambientale, il contrasto alla dipendenza da droghe e alcol.

Niente di nuovo rispetto a quanto già proposto e anche realizzato in molti progetti. Ma è Matteo Salvini a fornire l’interpretazione autentica della proposta di legge, che ha un obiettivo soprattutto politico, la conquista del consenso di una categoria, come quella degli insegnanti, tradizionalmente schierata a sinistra, e più recentemente con il M5S. “È inaccettabile che vengano messe in discussione la serietà e la onorabilità di chi sta dietro la cattedra”, dice il leader della Lega. “Ho letto di quel ragazzino che ha preso 3 e ha fatto causa all’insegnante, ma quando accadeva a me io dovevo preoccuparmi di mio padre. Sono cose fuori dal mondo e bisogna imparare il rispetto”, conclude Salvini. Chissà se nell’ora di educazione civica in prospettiva leghista si studierà anche il saper vivere insieme (che è anche uno dei quattro grandi obiettivi dell’Unesco per tutti i sistemi educativi), l’integrazione, l’accoglienza e il rispetto delle altre culture. Noi ce lo auguriamo.