La gran bonaccia del Ministero

Nel racconto La gran bonaccia delle Antille (1957) Italo Calvino paragonava l’immobilismo del PCI di Palmiro Togliatti – incapace di prendere le distanze dall’URSS anche dopo la sanguinosa invasione dell’Ungheria del 1956 – a quello della nave corsara rimasta ferma per mesi nel mare delle Antille a causa della mancanza di vento.

Una situazione di stallo non troppo diversa da quella nella quale si trova da mesi il Miur (https://www.tuttoscuola.com/ministero-dellistruzione-14-direttori-generali-da-nominare/), nel frattempo ‘spacchettato’ nelle sue due componenti storiche, il MPI e il MUR. Ne parla con efficacia il segretario della Uil scuola Pino Turi: “Due accordi, tre ministri e al Miur non ci sono interlocutori in grado di assumere decisioni di gestione di una macchina organizzativa complessa come quella del sistema di istruzione nazionale. Tutto fermo, accordi sospesi, decisioni rinviate in attesa di una catena di comando che ha bisogno di essere definita, nella sua interezza” comprese anche alcune direzioni generali nazionali e regionali.

Una impasse che risale al tempo del ministro Bussetti, ma che non è cambiata con il suo successore Fioramonti, ed è stata ereditata dalla attuale titolare del MPI, Lucia Azzolina.

Fortunatamente, prosegue il sindacalista, “il sistema di scuola dell’autonomia, con i suoi meccanismi di autogoverno, riesce a far fronte alla nomale gestione ed efficienza delle attività che attengono alla comunità scolastica”. Ma per la soluzione di problemi specifici, che non possono essere risolti dalla mera applicazione di leggi rigide, servono “regole negoziali e di confronto” che non possono essere attivate “per mancanza di interlocutori”.

Per la verità, precisa Turi, un “interlocutore concreto” c’è, ed è “il ministro Azzolina” (il leader della Uil scuola non la chiama ‘ministra’…), alla quale “chiediamo di fare in fretta e bene”, a partire dalla convocazione dei tavoli già definiti. Altrimenti, conclude il sindacalista, “La cera si consuma e la processione non cammina, dice un vecchio detto popolare”. Il MPI rischia insomma di fare compagnia alla nave di Calvino, ferma nel mare delle Antille.