Esami di Stato/2. Una proposta per eliminare le finte sufficienze

Non è questa la sede per rimettere in discussione aspetti fondamentali del nostro sistema educativo come l’obbligatorietà degli esami di Stato, previsti dalla Costituzione.

Però qualcosa si potrebbe fare anche a ordinamenti invariati: il fenomeno dell’”occultamento” delle insufficienze potrebbe essere eliminato, per esempio, decidendo di dare a ciascuno studente che consegue la licenza media i voti effettivamente meritati, positivi e negativi, ma vincolando gli studi successivi a tali voti (e per maggior sicurezza anche a quelli conseguiti nel triennio): niente liceo scientifico o tecnico industriale per chi va male in matematica e scienze, niente liceo classico o delle scienze umane per chi va male in italiano.

Naturalmente occorrerebbe cambiare la legge attuale che prevede la promozione solo in caso di voto positivo in tutte le materie (legge che costringe gli insegnanti a effettuare vere e proprie finzioni docimologiche, al limite del falso in atto pubblico).

Analogamente si potrebbe procedere con l’esame di maturità: niente facoltà scientifiche per chi ha problemi con la matematica, no a lettere o a scienze della formazione primaria per chi va male in italiano. Anche in questo caso si potrebbe tener conto, oltre che dell’esito delle prove d’esame, dei voti riportati dallo studente nella sua carriera scolastica, o almeno negli ultimi tre anni, che già la normativa vigente considera ai fini dell’attribuzione del credito scolastico.

In questo modo i diplomi di licenza e di maturità potrebbero riacquistare credibilità e svolgerebbero nel contempo anche una importante funzione di orientamento e di prevenzione, evitando a molti studenti di fare scelte sbagliate, causa di delusione e di abbandono.