Giarda: Sull’orario dei prof si può dialogare. Ma con quei vincoli finanziari

Rispetto al testo contenuto nel ddl stabilità, Profumo ieri ha dichiarato la sua disponibilità a rivedere, d’accordo con i gruppi parlamentari, la proposta contenuta nel ddl”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, rispondendo a un’interrogazione rivolta al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, sugli effetti dell’allungamento dell’orario di servizio del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado previsto dal disegno di legge di stabilità per l’anno 2013.

L’eventuale revisione – ha aggiunto Giarda – dovrà comunque indicare soluzioni alternative nel rispetto dei vincoli finanziari previsti dalla legge 135/2012 che stabilisce per il Miur il conseguimento di un obiettivo di risparmio per il 2013 di 183 milioni di euro, per il 2014 di 173 milioni di euro e per il 2015 di 237 milioni di euro”. In altre parole, si conferma quanto detto ieri dal ministro Profumo in risposta alle critiche del Pd, che ogni dialogo è possibili, purché ne derivino risparmi di spesa inalterati.

L’ispirazione della proposta contenuta nel disegno di legge, ha spiegato Giarda, “muove dal dibattito culturale nel Paese sulla centralità della scuola. E’ evidente ed emerge da tutta la letteratura pedagogica e organizzativa nonché dai confronti con le scuole europee che il nostro sistema di istruzione e formazione ha un bisogno profondo di innovazione. Sarebbe importante riflettere sulla possibilità di considerare l’orario di lavoro dei docenti in modo nuovo, flessibile, capace di rispondere alle esigenze formative di tutti e di ciascuno, di programmare e autovalutare azioni innovative molteplici, di progettare percorsi di recupero e di valorizzazione delle inclinazioni e dei talenti di ciascuno”.

Si tratta, ha concluso Giarda, “di una prospettiva culturale e politica seria sulla quale il ministro auspica che, a prescindere dalle soluzioni, anche diverse, che si troveranno per rispondere alle esigenze di bilancio, si possano confrontare le diverse opzioni miranti a costruire una scuola più equa, più solidale e più moderna”.