Visite fiscali: si apre un nuovo capitolo di spesa per le scuole

Dopo la vicenda pluridecennale della tassa comunale per la rimozione dei rifiuti solidi urbani (Tarsu), risolta l’anno scorso con una legge che ha posto fine ai lunghi contenziosi per il mancato pagamento da parte delle scuole, sembra profilarsi ora qualcosa di analogo per le spese delle visite fiscali.

Le visite fiscali che le scuole richiedono all’Asl per accertare le assenze per malattia degli insegnanti costano – le tariffe variano da territorio a territorio ma sono mediamente sui 60-80 euro a visita – e le Asl, forti di una pronuncia del Tar, ne rivendicano il pagamento a carico delle magre casse scolastiche.

Dall’anno scorso, da quando la legge 133/2008 ha previsto nuove misure contro l’assenteismo, sono aumentate notevolmente le visite fiscali, anche su input delle direttive emanate dal ministro della funzione pubblica, on. Brunetta.

Ma chi paga quelle visite? La scuola, naturalmente.

I costi di questo nuovo capitolo di spesa del bilancio scolastico si aggirano complessivamente, per questi ultimi sei mesi, sui mille euro circa. Se questo ricorso intensivo alle visite fiscali non rallenterà, a fine anno scolastico la spesa media per ogni istituzione scolastica potrebbe raggiungere i 1.500 euro.

Il sistema scolastico statale, insomma, potrebbe trovarsi un carico complessivo di spesa di diversi milioni.

Se le misure Brunetta contro l’assenteismo produrranno non solo comportamente diversi, ma anche risparmi economici, sarebbe bene che vi fosse un ritorno di quelle economie a favore delle scuole.

Si tratta di una richiesta in qualche modo “sponsorizzata” da una nota dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, che, in una nota del 6 aprile, dichiara che “resta inteso che il Ministero dovrà fornire quanto necessario per il loro (delle visite fiscali, NdR) pagamento“.