Valutazione/4. Pareri contrastanti anche tra sindacati e associazioni

Il giudizio più negativo, sul fronte sindacale, arriva dalla Flc Cgil, che definisce il regolamento un “topolino velenoso partorito dal Ministro Profumo”, nel quale “sono assenti e quindi appaltate all’esterno le finalità politico-istituzionali del sistema nazionale di valutazione, con una sorta di ipertrofia della funzione tecnica a danno del ruolo debole attribuito all’autonomia scolastica”.

Anche la Gilda degli insegnanti critica “l’eccessivo potere dell’Invalsi a cui  sarà affidato il compito di proporre protocolli di valutazione, indicatori di efficacia ed efficienza per individuare le scuole in difficoltà, oltre a quelli per valutare i dirigenti” e teme che “il meccanismo di valutazione finisca col rivelarsi un impegno burocratico troppo gravoso per gli insegnanti, tra carte da compilare e processi da giustificare. Tempo prezioso sottratto all’insegnamento”.     

Di “documento apprezzabile” parla invece la Cisl scuola. Premesso che “la valutazione che serve alla scuola è quella che le permette di lavorare in modo più consapevole, favorendo la qualità dei risultati e mettendola in condizione di migliorare il servizio reso all’utenza” e che “non interessa e non serve, invece, una valutazione che si limiti a stilare classifiche, o peggio ancora a erogare premi o infliggere punizioni”, il sindacato ritiene che il nuovo regolamento varato dal Consiglio dei Ministri sia “in linea con il primo modello, lontano dalla caricatura che per troppo tempo qualcuno ha fatto del merito e della valutazione”.

Quanto al fatto che il provvedimento sia arrivato a governo scaduto la Cisl osserva che “mentre l’impianto avviato può essere migliorato in fase di gestione, un ulteriore rinvio avrebbe creato un vuoto pericoloso e un danno ben più grave”.

Analoghe divergenze d’opinione si registrano anche tra le associazioni. Una quindicina di esse, tra cui il Cidi, la Fnism e l’Associazione nazionale per la scuola della Repubblica, aveva nei giorni scorsi promosso un appello per il rinvio del regolamento. Altre plaudono al varo del provvedimento, anche se non ne nascondono i limiti. DiSAL, per esempio, ne indica tre: i docenti restano gli unici a non essere mai valutati in tutto il sistema scolastico, l’Invalsi “resta un ente dipendente dall’Amministrazione centrale, con una ‘autonomia vigilata’” e il sistema ispettivo è “tutto da costruire nella propria qualità professionale”.