Valutazione/3. Dal CEDE all’INVALSI: che cosa non cambia

Solo in anni recenti, a partire dalla fine dello scorso decennio, il budget del CEDE, nel frattempo diventato INVALSI (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione e, con la legge n. 53/2003, anche di Formazione), è cresciuto in modo significativo, anche se sempre del tutto inadeguato, se confrontato con quello che gli altri Paesi dell’OCSE riservano ai rispettivi sistemi valutativi.
Ma i risultati, almeno quelli riferiti ai livelli di apprendimento degli allievi, non sono cambiati. Un po’ perché gli ultimi dati raccolti dall’OCSE, quelli rilanciati dalla grande stampa di informazione nei giorni scorsi, si riferiscono al 2003 o addirittura ad anni precedenti, e molto perché la scuola italiana non ha alcuna consuetudine con le metodologie e gli strumenti con i quali vengono effettuate le rilevazioni, soprattutto i test elaborati a livello internazionale.
Bisognerebbe verificare con precisione se e quanto questo fattore abbia inciso sui risultati conseguiti dagli allievi: non è senza significato che essi siano migliori dove, come nel Trentino, esiste una maggiore attenzione per tali metodologie e strumenti. E si dovrebbe tener conto del fatto che altri sistemi educativi considerano titoli di studio anche quelli che da noi non sono considerati tali perché acquisiti al di fuori del sistema scolastico: per esempio le qualifiche professionali.