Valutazione & Merito: I docenti e le scuole non si fidano….

Il Miur continua a presentare alle scuole, nella speranza di raggiungere il quorum stabilito, i progetti sperimentali “per la valutazione delle scuole” (Pisa, Siracusa e Cagliari) e “per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all’interno della scuola” (Torino, Napoli e Milano), che dovrebbero essere attivati in quest’anno scolastico. Ma le scuole non si fidano, con l’eccezione di quelle di Siracusa. Ancora una volta nell’ambiente governativo e ministeriale si parla molto di merito, ma si fanno pochi progressi in questo campo. “Siamo di fronte a due progetti di  sperimentazione deboli nel merito e nel metodo e i  docenti – secondo la Presidente del Cidi Sofia Toselli – non li condividono  perché non sono accompagnati da meccanismi di sostegno alla professionalità docente (nessuno si preoccupa della formazione in servizio, dell’aggiornamento,  della ricerca, etc)”.

“La sperimentazione – aggiunge Giuseppe Desideri, presidente nazionale dell’Aimc – “pone una serie di questioni che giustifica la scoraggiante non adesione che si sta registrando. La proposta in assenza di una riflessione partecipata su un tema e una iniziativa di così significativa rilevanza, è arrivata ai “soggetti/oggetto” di valutazione come la più classica delle operazioni top-down. Il Sistema Scuola – continua Desideri – ha bisogno al proprio interno di un sistema di valutazione della professionalità docente che deve, però, essere pensato ‘con’ la professione e non ‘sulla’ professione come è per tutte le professioni”.

La questione principale, per le associazioni degli insegnanti, sta nella formazione in servizio dei docenti: se si punta sulla professionalità dei docenti non si può disinvestire sulla loro formazione e operare dall’alto come se si trattasse di “meri”  impiegati.

Certo che si dovrà arrivare alla valutazione delle scuole e a premiare gli insegnanti che si distinguono per qualità professionale (e per gli altri cosa si farà?). Per arrivarci, però, andrebbe promosso ed assicurato un costante raccordo con le associazioni professionali e disciplinari, enti ed istituti di ricerca, con il mondo universitario e con le Regioni che finora sono state tenute lontane da qualsiasi ipotesi di coinvolgimento.

E’ questo che tutti, la scuola, i dirigenti, i docenti, i genitori si attendono e pretendono per riavviare un percorso di sviluppo di un sistema educativo debole per qualità.