Autorevolezza e rispetto, Valditara: ‘Ci vuole un patto di legalità. Sogno una scuola aperta e mobile’

Ho in mente una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Per farlo, è necessario ripristinare l’autorevolezza dei docenti. La parola chiave dev’essere rispetto: delle persone, degli studenti, delle cose. I presidi, in particolare dopo le occupazioni, lamentano danni ingenti, e nessuno paga, si vandalizza per scherzo, impunemente“. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, torna a parlare di merito e autorevolezza, e lo fa rispondendo alle domande poste nel corso di un’intervista di Libero.

“Ci vuole un patto di legalità – continua il ministro – per cui chi danneggia beni pubblici ne risponda, come del resto prevede la legge“. E poi sulla questione “merito”: “Si persegue costruendo i percorsi formativi il più possibile ritagliati sul singolo – dice -, facendo emergere le abilità di ciascuno, anche introducendo docenti tutor che seguano chi ha più problemi ma pure chi va più veloce e magari in classe si annoia. Importante è che la scuola sappia orientare lo studente a fare le scelte formative giuste“.

Altro obiettivo è la valorizzazione degli insegnanti: “Ho chiuso subito un contratto non semplice – spiega Valditara – con aumenti medi di 124 euro al mese, i più alti degli ultimi rinnovi contrattuali. Non è molto, ma lo spazio, in una manovra orientata per due terzi a contenere il caro energia, era poco“.

“Sono sempre più diffusi atteggiamenti aggressivi verso i docenti da parte di genitori – prosegue poi il ministro -. Anche qui dipende dalla crisi della autorevolezza sociale della figura del docente, e dalla assenza di una cultura del rispetto”.

E a chi dice che vuole riportare la scuola ai primi anni del Novecento, lo stesso Valditara risponde:Al contrario. La scuola è ritornata classista, io la voglio aperta e mobile. Oggi il 58% dei ragazzi italiani va al liceo, mentre in Svizzera e Germania ben l’80% dei ragazzi fa apprendistato o frequenta scuole tecniche e professionali. Noi abbiamo svalutato la formazione tecnica, ritenendola di seconda categoria, quando invece è il pilastro del sistema produttivo. Bisogna farla diventare un canale formativo di serie A, costruendo una filiera unica che vada dalla formazione fino all’istruzione tecnica superiore, parallela all’università e che renda anche questo tipo di insegnamento di alto livello”.

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