Vaccini: il ministro Bussetti tra l’incudine e il martello. La via d’uscita c’è

Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, aveva sottoscritto il 4 luglio scorso la nota del ministero della salute, predisposta dalla collega Giulia Grillo, che autorizzava l’autocertificazione vaccinale al posto della certificazione medica.

La nota, come ormai sanno tutti (o dovrebbero sapere), è però priva di fondamento giuridico, nella parte in cui prevede l’autocertificazione della situazione vaccinale: come rilevato da Tuttoscuola il 6 agosto (https://www.tuttoscuola.com/vaccini-lautocertificazione-aggira-la-normativa/ ), l’art. 49 del DPR 445/2000 esclude la possibilità che i certificati medici, sanitari e veterinari possano essere sostituiti da altri documenti.

E la condizione vaccinale ricade senza dubbio su questo dispositivo.

La scoperta di tale divieto è stata nei giorni successivi ripresa da associazioni di pediatri, dall’Anp e da altre associazioni dei dirigenti scolastici.

Dopo la presa di posizione dei presidi, il ministro Bussetti ha espresso solidarietà nei loro confronti, una solidarietà che equivaleva, di fatto, a disconoscere la fondatezza della nota della Grillo sulle autocertificazioni.

Dal Ministero della salute si è tentata una difesa d’ufficio, affermando che l’autocertificazione era prevista già dal decreto Lorenzin dell’anno scorso, omettendo, però, di precisare che tale possibilità di dichiarazione, come risulta anche nell’allegato alla nota Miur prot. 1622 del 16.08.2017, certificava esclusivamente di aver fatto la richiesta all’azienda sanitaria locale di effettuare le vaccinazioni obbligatorie non attuate. Tutta la nota Miur non lascia ambiguità interpretative sull’obbligo vaccinale e sulla competenza esclusiva dell’autorità sanitarie a rilasciare certificazioni in merito.

L’intervista di ieri, 13 agosto, del vicepremier Di Maio al “Corriere della sera”, nel confermare la validità della legge Lorenzin e delle sue disposizioni applicative dell’anno scorso, ha praticamente reso inapplicabile a settembre la circolare Grillo-Bussetti. 

Visto, però, che l’applicazione di quella circolare – tuttora in pista – dovrà (dovrebbe) essere applicata negli ambiti di competenza di Bussetti, cioè nelle scuole e nei servizi per l’infanzia, a quest’ultimo rimane di fatto il cerino in mano per deciderne la disapplicazione.

Se, nonostante la sconfessione politica di Di Maio, l’atto amministrativo non verrà ritirato dal ministero della salute, cosa farà il Ministero dell’istruzione?

Lascerà ai dirigenti scolastici il dubbio se applicare la circolare tuttora in vigore – accettando eventuali autocertificazioni da parte dei genitori – oppure se dare prevalenza alla legge Lorenzin, come indicato dallo stesso vicepresidente del Consiglio?

La confusione e i conflitti che con tutta probabilità potrebbero insorgere nelle scuole possono essere scongiurati soltanto da una decisione saggiamente preventiva e coraggiosa da parte del ministro dell’istruzione, anche per non rimanere coinvolto in polemiche. La disapplicazione formale della circolare 4 luglio scorso, già di fatto preannunciata da Di Maio.

Sempre meglio prevenire che curare: vale per le vaccinazioni ma vale anche nella politica.