Vaccini, i presidi: ‘Niente frequenza senza certificato di avvenuta vaccinazione della Asl’

Si è svolto lo scorso 8 agosto, presso il ministero della Salutel’incontro tra una delegazione ANP guidata dal Presidente Antonello Giannelli e una delegazione del Ministero presieduta dal Capo di Gabinetto Alfonso Celotto. Al centro dell’incontro, il paventato slittamento degli obblighi vaccinali e la conseguente ricaduta sulle scuole. Ricordiamo che secondo le nuove disposizioni basterà la sola autocertificazione per assicurare l’ingresso in classe. I presidi però non ci stanno ritenendo: “Non è possibile far prevalere la nuova circolare. Il diritto alla salute è prioritario. Per ora ci atteniamo alla legge Lorenzin, sarà quest’ultima ad essere applicata”.

“Allo stato attuale se non verrà presentato all’inizio dell’anno il certificato di avvenuta vaccinazione della Asl, non potremo permettere la frequenza dei bimbi a nidi e materne” ha dichiarato l’ANP. Questo perché, secondo un’analisi del quadro normativo svolta da Tuttoscuola emerge che l’autocertificazione è espressamente esclusa per i certificati sanitari da una legge del 2000. Di conseguenza  non è possibile autocertificare la condizione di salute e non può essere una semplice nota ministeriale a modificare la normativa di settore.

Riguardo poi all’incontro tra l’ANP presso il Ministero della Salute, il presidente Giannelli – come riportato in un comunicato dell’ANP diffuso nella serata dell’8 agosto – ha fatto presente all’Amministrazione sanitaria quello che tutti i colleghi già sanno, cioè che “essi sono dirigenti dello Stato e Pubblici Ufficiali tenuti a rispettare e a far rispettare la Costituzione, le leggi e i principi di base dell’ordinamento. E che inoltre, ‘per costante giurisprudenza della Cassazione Penale, essi sono anche titolari di posizioni di garanzia dell’incolumità di tutti coloro che frequentano gli ambienti scolastici'”.

“Se il ‘decreto Lorenzin’ – continua l’ANP nel comunicato – fosse modificato nel senso ipotizzato, la presenza di bambini non vaccinati nelle scuole relative alla fascia di età 0-6 anni metterebbe a rischio la salute dei bambini che non si possono vaccinare e di quelli le cui difese immunitarie sono indebolite anche temporaneamente, a seguito di patologie varie. Sulla possibilità di classi “differenziali”, composte dai soli bambini vaccinati in cui inserire i bambini immunodepressi, è stato ribadito il netto dissenso dell’ANP, sia perché si porrebbe un grave problema di carattere organizzativo, legato alla composizione delle classi ed alla regola della continuità, sia perché i bambini non sarebbero comunque protetti nei momenti di ricreazione e nei numerosi spazi comuni (mensa, palestra, bagni) e se ne violerebbe, di conseguenza, il diritto alla incolumità”.

Antonello Giannelli ha poi sottolineato che “l’ambiente scolastico è di gran lunga quello più favorevole alla diffusione dei contagi per le caratteristiche dei soggetti presenti, per la loro elevata relazionalità sociale – costituente proprio uno degli obiettivi della scuola stessa – e per le caratteristiche degli ambienti: relativamente poco voluminosi, spesso molto riscaldati e con basso ricambio di aria”.

Il Presidente dell’ANP ha infine evidenziato che stanno circolando evidenti travisamenti delle modalità di ricorso allo strumento dell’autocertificazione, peraltro non utilizzabile in campo sanitario se non a seguito di espressa previsione legislativa. Questo rischia, da un lato, di aumentare il carico di lavoro dei dirigenti scolastici (costretti a controllare la veridicità delle dichiarazioni e a denunciarne gli autori in caso di falso) e, dall’altro, di indurre molti genitori a rilasciare con leggerezza dichiarazioni delle quali potrebbero poi dover rispondere all’autorità giudiziaria penale.

Al termine dell’incontro, l’Amministrazione sanitaria si è riservata di valutare quanto esposto dall’ANP e ha proposto di reincontrarne una delegazione prima della fine del mese di agosto.