USA. Gli insegnanti: scuola estiva? Grazie no

Il governo federale americano, come annunciato dal presidente Biden, ha stanziato più di un miliardo di dollari per aiutare gli studenti a recuperare, durante la prossima estate, la perdita di apprendimento provocata dalla pandemia.

Ma c’è un grosso problema, segnalano i media statunitensi: gli insegnanti si dicono esausti dopo un anno di insegnamento pandemico, e molti di loro (non tutti) stanno dicendo “grazie no” all’offerta di insegnare nella scuola estiva, malgrado i previsti compensi aggiuntivi.

Ci siamo tutti guadagnati la nostra pausa estiva”, è la loro argomentazione, e non se la sentono di rinunciarvi: un sondaggio del Centro di ricerca EdWeek condotto all’inizio di aprile ha rilevato che il 76% dei docenti afferma di avere adesso un morale più basso rispetto a prima della pandemia.

Il fatto è che quest’anno servono molti più insegnanti per i corsi estivi di quanti ne servissero prima della pandemia: in passato i corsi erano riservati solo agli studenti che non avevano superato un corso o non avevano i crediti richiesti per diplomarsi. Ora i distretti vogliono utilizzare la loro programmazione estiva per recuperare il tempo perso per l’apprendimento (learning loss), con particolare riguardo per gli studenti che hanno avuto difficoltà con l’istruzione a distanza e per quelli provenienti da famiglie a basso reddito.

Il segretario (ministro) per l’istruzione Miguel Cardona ha esortato i distretti a dare la priorità al benessere sociale ed emotivo degli studenti con particolare attenzione per quelli appartenenti alle comunità svantaggiate. Complessivamente sono stati stanziati più di 1,2 miliardi di dollari di sussidi federali in favore degli Stati per la realizzazione dei programmi estivi, i cui risultati però dovranno essere evidence based, cioè comprovati dall’esito di verifiche oggettive, in genere test. Alcuni distretti provano a utilizzare i fondi ricevuti per aumentare di molto la paga oraria degli insegnanti, nel tentativo di incentivarli ad accettare l’incarico, ma si prevedono difficoltà.