Il Piano scuola estate/3: alcune criticità

Se l’obiettivo principale del Piano scuola estate presentato dal Ministero dell’istruzione è quello, come si ricava dal nome, di utilizzare la stagione estiva – e quindi il periodo che va dalla fine delle lezioni alla ripresa dell’anno scolastico – per potenziare le competenze disciplinari e relazionali degli studenti attraverso azioni di contrasto alle povertà educative e alle fragilità, ci sono alcune criticità che rischiano di ridurre l’efficacia del piano. Vediamole:

–  Il tempo per presentare i progetti PON è fino al 21 maggio 2021. Seguirà poi un periodo di valutazione da parte dell’Amministrazione: ciò significa che almeno fino a fine maggio le scuole non avranno certezza che la loro domanda sarà stata accolta, e neanche i soggetti partner eventualmente coinvolti. Sarà poi necessario un periodo per l’organizzazione del progetto, che potrebbe entrare in operatività troppo tardi (benché il bando raccomandi di “avviare le attività didattiche già dal mese di giugno 2021”, ma la tempistica sembra a rischio).

– le attività finanziate possono essere svolte fino a fine 2021 e, nel caso del PON, fino al termine dell’anno scolastico 2021-22: il rischio è che l’obiettivo principale – quello di recuperare questa estate quanto perso durante il corrente anno scolastico – sia mancato.

– il frazionamento delle risorse (nel caso dei fondi ex art. 31, comma 6 del DL 41 i fondi sono “a pioggia” in base al numero di studenti) potrebbe far disperdere l’efficacia degli interventi, finanziando anche progetti modesti e assegnando poche risorse ai progetti più validi.

criticità procedurali e organizzative: la complessa gestione economica dei Pon e la relativa rendicontazione potrebbero scoraggiare la partecipazione da parte di tante scuole.

– riguardo all’utilizzo del cosiddetto “personale Covid”, le risorse assegnate alle scuole sono sufficienti, a malapena, fino al termine delle attività didattiche (inizio giugno); riguardo al personale con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno, dovrà usufruire delle ferie residue nel mese di giugno: pertanto, ci sarà carenza di organico, che sarà ancora maggiore se il personale di ruolo e con contratto fino al 31 agosto non dovesse dare disponibilità. 

– Negativo (demotivante) che i progettisti non vengano compensati per l’attività di progettazione.

La partecipazione delle scuole al piano scuola estate è volontaria. Questo significa che potrebbero mancare proposte da parte di scuole che sulla base di dati oggettivi avrebbero chiara necessità di interventi di sostegno. Andrebbero individuate e motivate, anche inserendole in reti. Importante può essere il ruolo della Amministrazione periferica.

– Andrebbe prevista nel piano scuola estate, insieme al consueto monitoraggio sulle procedure, anche un’attività di valutazione della efficacia delle azioni, anche a campione.

– riguardo alla terza fonte di finanziamento (i 40 milioni di euro ex L. 440/1997), ancora non ci sono informazioni precise.

In generale i dirigenti scolastici sembrano caricati di un onere e responsabilità notevoli per definire e concretizzare i progetti, in un quadro in cui invece sono previsti spazi di manovra e scarsa assunzione di responsabilità per tutti gli altri soggetti.

 

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