Un anno di scuola: tutto il 2018, dalla A alla Z

Il 2018 della scuola.
L’originale dal 2002.
Fatti, avvenimenti e persone – Consuntivo del 2018

Come consuetudine da ormai tre lustri; Tuttoscuola ha realizzato il riepilogo dei principali avvenimenti che hanno riguardato la scuola italiana nell’ultimo anno.

Con l’occasione porgiamo a tutti i migliori auguri per un buon 2019!

Dalla A alla F

A

Alternanza Scuola Lavoro
(ottobre) – “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (PCTO). Questo è il nuovo nome assegnato all’Alternanza Scuola Lavoro. Ma non è solo il nome a cambiare. Cambia infatti anche la durata (90 ore nei licei anziché 200, 150 nel secondo biennio e nell’ultimo anno degli istituti tecnici e 210 nell’ultimo triennio dei professionali,  anziché 400) e diminuiscono i fondi ad essa destinati, che saranno assegnati alle scuole “nei limiti necessari allo svolgimento del numero minimo di ore”.
Molte e diffuse le proteste per il forte ridimensionamento di un’esperienza giudicata positivamente da molte imprese e scuole. Nel sito tuttoalternanza.it (portale promosso da Tuttoscuola in collaborazione con Civicamente/Educazionedigitale.it) è possibile reperire alcune di queste esperienze di successo, che hanno coinvolto oltre 3 mila studenti. Sono aperte le iscrizioni per il 2019.
Ma quale sarà esattamente la portata del cambiamento non è dato al momento sapere, anche perché le nuove linee guida saranno emanate dal Miur per decreto “entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio 2019”. In ogni caso la retromarcia suona come un ripiegamento della scuola tradizionale sulla propria autoreferenzialità.

Aprea
(marzo) – Valentina Aprea, già sottosegretario all’istruzione con il ministro Moratti ed ex-presidente della Commissione Cultura alla Camera, dopo l’esperienza come assessore per la Regione in Lombardia, ritorna in Parlamento da deputata, probabilmente destinata ad assumere incarichi di rilevanza (ministro dell’istruzione?) nel caso di costituzione di un governo di centro-destra.
La formazione di un governo giallo-verde, costringe Forza Italia a collocarsi all’opposizione, forse in attesa di tempi migliori.
L’on. Aprea, nell’ambito dei lavori della Commissione cultura e nel corso di diverse audizioni del ministro Bussetti, si distingue con interventi apprezzati anche da esponenti dei partiti di maggioranza e di opposizione, come nel caso della legge delega sull’educazione motoria nella scuola primaria, per la quale ha dichiarato: “Abbiamo depositato molte proposte di legge, ma abbiamo voluto partire da questa e abbiamo trovato terreno fertile. Non abbiamo dovuto faticare per convincere le altre forze politiche di maggioranza e le altre di opposizione sulla bontà di questo provvedimento“.

B

Bussetti
(giugno) – A sorpresa diventa ministro dell’istruzione Marco Bussetti, dirigente dell’USR Lombardia, preposto all’ambito di Milano, già professore di educazione fisica. A differenza del favorito della vigilia, il dirigente scolastico Salvatore Giuliano, che il M5S aveva candidato in campagna elettorale alla guida del Miur (per equilibri di coalizione poi toccato alla Lega) Bussetti non ha mai apertamente dichiarato la propria scelta politica, anche se negli ambienti milanesi lo si considerava simpatizzante della Lega.
Nelle occasioni pubbliche e nelle interviste rilasciate prima del nuovo incarico, in effetti, il nuovo ministro è sempre stato molto prudente, e si è espresso essenzialmente in qualità di tecnico, attento a osservare e far osservare la normativa vigente, compresa quella applicativa della Buona Scuola e quella riguardante temi politicamente delicati come l’inserimento scolastico dei bambini stranieri o la vaccinazione obbligatoria.
Nei mesi successivi, nell’esercizio delle funzioni di ministro, Bussetti ha tenuto fede a questa sua immagine di tecnico moderato: sull’alternanza scuola-lavoro ha dimezzato le ore (impegno contenuto nel ‘contratto’), ma ribadendo l’utilità dell’esperienza; sui compiti a casa ha invitato i docenti a “riflettere, anche collegialmente, sul loro carico”; sulla soppressione della chiamata diretta dei docenti si è limitato a ratificare l’accordo già intervenuto tra il Miur e i sindacati, e così via. Cautela e buon senso sembrano i tratti distintivi di questo tecnico prestato alla politica.

C

Concorso straordinario
(agosto) – Entra in vigore la legge ‘dignità’ n. 96/2018 che prevede, tra l’altro, un dispositivo per dare soluzione allo spinoso problema dei diplomati magistrali. Si tratta di un concorso straordinario per scuola primaria e dell’infanzia, non selettivo, che garantisce l’immissione in ruolo a tutti coloro che, possedendo i titoli di servizio richiesti (due anni nell’ultimo ottennio), vorranno partecipare.
Unica prova d’esame un colloquio per il quale è previsto l’accertamento di competenze metodologico-didattiche.
Sono trattati in ugual modo sia i diplomati magistrali sia i laureati in scienze della formazione primaria.
Per una probabile svista in sede di approvazione della legge, non viene previsto che il concorso sia riservato soltanto al personale precario, consentendo, quindi, la partecipazione anche ai docenti di ruolo i quali, forse per aggirare i lunghi tempi dei trasferimenti interprovinciali, partecipano in massa al concorso (16 mila su poco più di 42 mila candidati).
Nell’immediato i vincitori del concorso potranno accedere soltanto al 25% dei posti disponibili: per gli ultimi in graduatoria l’attesa del ruolo potrebbe durare molti anni.
Tuttoscuola organizza un corso di preparazione al concorso per scuola dell’infanzia (https://www.tuttoscuola.com/prodotto/verso-il-concorso-straordinario-scuola-dellinfanzia/) e primaria (https://www.tuttoscuola.com/prodotto/verso-il-concorso-straordinario-scuola-primaria/).

Compiti a casa
(dicembre) – In prossimità delle vacanze di Natale si riapre il dibattito sui compiti a casa. Vi partecipa lo stesso ministro Bussetti, che si dichiara favorevole al loro alleggerimento (https://www.tuttoscuola.com/insegnanti-riflettete-sul-carico-di-compiti-i-ragazzi-abbiano-il-tempo-per-svagarsi-gli-auguri-di-natale-del-ministro-bussetti/), suscitando le proteste della Gilda degli insegnanti, che considera improprio ogni intervento limitativo della libertà di insegnamento dei docenti (“una invasione di campo”…).
Torna alla carica, con la proposta di azzerarli, l’esperto genovese di scuola e formazione Maurizio Parodi, autore di un decalogo (https://www.tuttoscuola.com/compiti-a-casa-un-decalogo-per-non-farli/).

Costo standard
(novembre) – Esce in libreria un piccolo libro di battaglia, intitolato “Lettera ai politici sulla libertà della scuola”, a firma di Dario Antiseri e Anna Monia Alfieri (Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 2018), due tra i più impegnati sostenitori della parità anche economica tra le scuole statali e quelle paritarie, da raggiungere attraverso l’adozione di uno strumento finanziario universalistico.
Risale agli anni ottanta dello scorso secolo la battaglia di Dario Antiseri, filosofo ed epistemologo, a favore dell’introduzione del ‘buono scuola’. Antiseri si mostra oggi incline al pessimismo. Uno dei paragrafi del suo contributo è intitolato “In Italia la scuola libera è libera solo di morire”… Una prospettiva catastrofica che peraltro ricadrebbe sulla scuola statale, sul Paese e sulla libertà di educazione.
Minore pessimismo, e anzi grande combattività, caratterizzano invece le tesi esposte da Anna Monia Alfieri, che punta sulla piena attuazione della legge 62/2000. Alfieri dimostra che solo l’Italia e la Grecia non mettono le scuole non statali in condizione di competere con quelle pubbliche direttamente gestite dallo Stato, e torna alla carica con la proposta di utilizzare come criterio generale di finanziamento di tutto il sistema educativo (statale più paritario) il “costo standard di sostenibilità per allievo”, che a suo avviso produrrebbe anche un sensibile risparmio per il bilancio del Miur.

D

Diplomati magistrali
(gennaio-febbraio) – Il 2018 si apre con il problema irrisolto dei diplomati magistrali che una sentenza del Consiglio di Stato ha escluso nel dicembre precedente dalle GAE (Graduatorie ad esaurimento).
Sono coinvolte in questa situazione circa 50 mila persone a cui va aggiunto, come controinteressati, un certo numero di laureati in scienze della formazione primaria a cui, in molti casi, spettava la nomina assegnata ai diplomati.
La ministra Fedeli conferma i contratti in corso, rinviando al 2018-19 la soluzione strutturale del problema.
Manifestazioni e proteste inducono i partiti, durante la campagna elettorale, a promettere soluzioni che non penalizzino i vari soggetti coinvolti, in quella che sembra quasi una quadratura del cerchio.
Bisognerà attendere l’estate per trovare una proposta attraverso il decreto legge ‘dignità’, peraltro lontana dalle promesse elettorali, anche se un gruppo di irriducibili tenta il rientro in GAE attraverso la strada dei ricorsi.

Dispersione scolastica: il dossier
(settembre) – Dal 1995 a oggi 3 milioni e mezzo di studenti hanno abbandonato la scuola statale, su oltre 11 milioni iscritti alle superiori (-30,6%). Ragazzi e ragazze spariti dai radar della scuola, che sotto questo aspetto ricorda le famigerate performance della rete idrica italiana, che perde nel nulla il 35% dell’acqua.
Un colabrodo. Di questo tratta l’ultimo dossier di Tuttoscuola, “La scuola colabrodo”, a cui “L’Espresso” dedica la copertina.
Il costo è enorme: 55 miliardi di euro. E l’emorragia continua: almeno 130 mila adolescenti che hanno iniziato le superiori quest’anno non arriveranno al diploma. Irrobustiranno la statistica dei 2 italiani su 5 che non hanno un titolo di studio superiore alla licenza media e di un giovane su 4 che non studia e non lavora.
E l’istruzione superiore? Tra chi si diploma e si iscrive all’università, uno su due non ce la fa. Su 100 iscritti alle superiori solo 18 si laureano. Ma poi un quarto dei laureati va a lavorare all’estero… E il 38% dei diplomati e laureati che restano non trovano un lavoro corrispondente al livello degli studi che hanno fatto. Un disastro.
Il dossier trova attenzione da parte del Presidente della Repubblica che invita a considerare il tema della dispersione scolastica come questione centrale non solo per la scuola ma per l’intero Paese, definendola “un’amputazione civile e anche una perdita economica per il Paese”.
Da guardare il video di Tuttoscuola: https://www.youtube.com/watch?v=e6CR8FdILX4

Dispersione scolastica: il convegno
(ottobre) – Organizzato da Tuttoscuola, si tiene a Roma un convegno sulla dispersione scolastica, dal titolo drammaticamente eloquente: la scuola colabrodo.
Al convegno partecipano i presidenti delle Commissioni parlamentari istruzione e cultura, sen. Mario Pittoni e on. Luigi Gallo; l’on. Valentina Aprea (FI) e la sen. Valeria Fedeli (PD)
Il Presidente della Repubblica fa giungere un messaggio a Tuttoscuola manifestando il suo apprezzamento per il dossier e il suo rammarico per non aver potuto accogliere il nostro invito a presenziare all’incontro a causa di precedenti impegni.
Anche il ministro dell’istruzione Marco Bussetti ha inviato una lettera ai partecipanti: “Plaudo alla giornata odierna di dialogo e di confronto e voglio esprimere il mio pieno sostegno a chi vorrà, in forma sistemica, propositiva e collaborativa affrontare concretamente la questione dell’abbandono scolastico”.
Nonostante tutto, l’istruzione conviene: la disoccupazione tra chi ha solo la licenza media è quasi il quadruplo di chi è laureato; l’istruzione incide in positivo sulla salute, riducendo i costi per la sanità; comporta meno criminalità e meno costi per la sicurezza.
Insomma prevenire la dispersione scolastica avrebbe costi molto più bassi di quelli che derivano dalla necessità di gestirne le conseguenze sociali. Servirebbe un grande piano pluriennale.
Quando entrerà nell’agenda del Paese?
La registrazione integrale del convegno è disponibile a questo link: https://www.tuttoscuola.com/la-scuola-colabrodo-ridurre-la-dispersione-e-possibile-segui-la-diretta/

Educazione finanziaria
(ottobre) – Cresce nel mondo l’attenzione per una più estesa e corretta informazione dei cittadini sulle tematiche di carattere economico e finanziario, e sono già almeno settanta, secondo dati diffusi dall’Ocse, i Paesi che hanno adottato una strategia nazionale di educazione finanziaria.
Anche l’Italia partecipa a questo movimento internazionale nel tentativo di recuperare un ritardo evidenziato dalle indagini comparative, che collocano il nostro Paese agli ultimi posti nelle classifiche riguardanti l’alfabetizzazione finanziaria.
Oltre duecento sono state le iniziative realizzate in tutta Italia durante il mese di ottobre 2018, dichiarato “mese dell’educazione finanziaria”, conclusosi il 31 ottobre con la giornata mondiale del risparmio.
Nel quadro delle azioni di educazione finanziaria rivolte agli adulti, con attenzione anche al tema delle politiche di genere, va inoltre segnalato per originalità ed efficacia il percorso di educazione finanziaria rivolto ai dirigenti e docenti del sistema educativo promosso dalla rete RIDAP (Rete Italiana Istruzione degli Adulti) in collaborazione con Tuttoscuola, che ha coinvolto ben 73 CPIA.
Per ulteriori informazioni:
https://www.tuttoscuola.com/tematiche/economia/

E

Esame di maturità
(novembre) – Anche il prudente ministro Bussetti non resiste alla tentazione di rivedere l’esame di maturità, come i suoi predecessori Berlinguer, Moratti, Fioroni e Giannini. Così, in aggiunta alle novità già previste dalla Buona Scuola per la maturità 2019 (soppressione della ‘terza prova’, maggior peso dei ‘crediti’), Bussetti annuncia due cambiamenti di rilievo per quanto riguarda la seconda prova scritta e i criteri di valutazione delle prove.
La seconda prova scritta potrà avere carattere bi o anche pluri-disciplinare, riempiendo in qualche modo il vuoto di pluridisciplinarità creato dall’abbandono della ‘terza prova’. Quanto ai criteri di valutazione, saranno fornite indicazioni e griglie nazionali, alle quali le commissioni saranno invitate ad attenersi, in modo da ridurre le eclatanti disparità di giudizio, soprattutto tra Nord e Sud, emerse con sempre maggiore evidenza negli ultimi anni.
A fronte di questi aspetti positivi ci sono però due ombre pesanti: il ridimensionamento dell’alternanza scuola-lavoro, e il rinvio di un anno (poi si vedrà) del carattere di requisito obbligatorio, ai fini della maturità, dei test Invalsi, che vengono così depotenziati, allontanando l’esame dai modelli internazionali più accreditati per quanto riguarda la verifica oggettiva e la comparabilità delle prestazioni nelle competenze di base: lingua materna, matematica, inglese.

Edilizia 
(settembre) – Sul portale unico dei dati della scuola del Miur vengono pubblicate le situazioni dell’edilizia scolastica. I dati sono caricati dagli Enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico e consentono di conoscere le condizioni di 47.466 edifici che accolgono alunni delle scuole statali.
Sulla sicurezza degli edifici emerge che il 53,7% degli edifici dispone della certificazione del collaudo statico e che soltanto il 38,5% quello di agibilità.  Il 39,7% dispone del certificato di prevenzione incendi tra definitivo (CPI) e il nulla-osta provvisorio (NOP). Il 79,1% dispone del Piano di emergenza, e il 77,4% del Documento di valutazione del rischio.

F

Fedeli
(giugno) – Il passaggio delle consegne tra Valeria Fedeli, ministro uscente, e il successore Marco Bussetti si svolge in un clima di composta cordialità presso il Ministero di viale Trastevere.
“Con la Ministra uscente – sono le parole Bussetti – ci siamo confrontati sulle priorità relative ai settori di competenza del MIUR e sulle urgenze, a partire da quella dei diplomati magistrali. Ma anche sulla necessità di dare continuità al lavoro che il Ministero sta portando avanti sotto il profilo di quei principi guida e di quelle azioni che guardano all’interesse e al bene delle studentesse, degli studenti e delle loro famiglie”.
Pacato e costruttivo il riscontro di Valeria Fedeli: “Mi auguro che, per le decisioni che dovranno essere prese nei prossimi mesi, continui a prevalere il senso di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni. Un senso di responsabilità che non ha colore politico, ma solo un fondamento valoriale nella nostra Costituzione. Dobbiamo andare avanti nella costruzione di una società e di una economia della conoscenza”.

Fake news
(luglio) – La sconcertante vicenda della proroga di un anno del termine entro il quale scatterà l’obbligatorietà dei vaccini per accedere alle scuole pubbliche mette in evidenza due cose: in primo luogo quanto siano gravi i danni prodotti da un sistema elettorale che ha portato ad accogliere in modo indiscriminato qualunque richiesta e protesta, e in secondo luogo quanto sia stretta la relazione tra il livello di istruzione e consapevolezza culturale di un popolo e la sua propensione a farsi condizionare da pulsioni demagogiche, leggende metropolitane e bufale – o fake news come ora si dice – più o meno ingigantite dai social networks.
Desta preoccupazione, da questo punto di vista, che l’Italia abbia tuttora uno dei più bassi livelli di istruzione tra gli adulti in Europa, e che resti in fondo alle classifiche per quanto riguarda la lettura di libri e giornali. Ciò spiega anche la scarsa considerazione nella quale è tenuta la scienza da parte di settori dell’opinione pubblica che hanno accomunato nel rancore anti-establishment le élites politiche dei partiti tradizionali e le élites culturali, comprese quelle espresse dal mondo della scienza.

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