Il 2018 della scuola, dalla G alla P

G

Giuliano
(ottobre) – Dopo una prolungata attesa, il sottosegretario Salvatore Giuliano riceve dal ministro Bussetti una corposa serie di deleghe, che vanno dallo Status dello studente nel sistema scolastico alla valorizzazione dell’autonomia scolastica e alla formazione dei dirigenti scolastici. Inoltre: formazione del personale ATA, azioni di contrasto alla dispersione scolastica e rapporti con le Regioni,  indirizzi per la valutazione del sistema formativo e valorizzazione del personale scolastico; Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), e altro.

H

Homeschooling
(ottobre) – L’educazione parentale (homeschooling) resta una realtà poco nota e scarsamente diffusa soprattutto in Italia, anche se i dati mostrano un lieve aumento delle famiglie che decidono di istruire a casa i propri figli, senza iscriverli a scuola e in qualche caso anche senza far loro sostenere alcun esame. Nulla di paragonabile a quanto avviene in altri Paesi, coinvolgendo circa 60 mila bambini in Canada, 70 mila in Inghilterra e 2 milioni negli Stati Uniti. Tuttoscuola, che ha seguito l’evoluzione del fenomeno fin dal suo convegno del 2004 (“2015, fine della scuola?”) pubblica un’ampia intervista a Erika Di Martino, appassionata promotrice di questa proposta formativa nella sua forma più descolarizzata, che non prevede il reingresso nel sistema educativo formale. Si trova qui:https://www.tuttoscuola.com/homeschooling-erika-martino-perche-miei-figli-non-vanno-scuola/

I

Invalsi
(dicembre) – Spunta a sorpresa un disegno di legge allo studio del governo, “recante deleghe per le semplificazioni, i riassetti normativi e le codificazioni di settore” che contiene una disposizione (art. 5, comma 3, punto a) relativa agli enti di valutazione riguardanti la Scuola e l’Università, così formulata: “razionalizzazione, eventualmente anche attraverso fusioni o soppressioni, di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di scuola e università, ovvero attraverso la trasformazione degli stessi in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica (…)”.
Le agenzie di valutazione cui si riferisce questo testo, pur senza nominarle, sono l’Invalsi e l’Anvur, che potrebbero dunque anche essere soppresse, o unificate, oppure trasformate in “ufficio dello Stato”, nel qual caso sarebbe peraltro difficile “preservarne l’autonomia”.
La questione per la verità non è contemplata nel contratto di governo, e a spingere per ridimensionare gli enti di valutazione sembra essere più il M5S (che nel programma elettorale aveva previsto la “revisione del sistema nazionale di valutazione “) della Lega, stando almeno a quanto dichiarato dal deputato pentastellato Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura della Camera: “L’Invalsi è invasivo”, e “sulla valutazione stanno tornando indietro anche negli Stati Uniti“.
Addio (vera) autonomia? Si saprà nel 2019.

Incertezza del diritto
(luglio) – Si svolge la prova preselettiva del concorso per l’assunzione di dirigenti scolastici. Il bando prevede che siano ammessi alla prova scritta i primi 8.700 candidati ed eventualmente gli ultimi a pari punteggio.
Molti candidati che non conseguono il punteggio necessario non si danno per vinti e, come ormai avviene da anni nei concorsi pubblici, accolgono la proposta di studi legali e di sindacati interessati per presentare ricorso contando su atteggiamenti benevoli dei giudici amministrativi (Tar e Consiglio di Stato).
E centinaia di loro vengono premiati con una ordinanza cautelare che li ammette con riserva alla prova scritta suppletiva.
Per circa 600 di questi candidati ammessi alla prova scritta suppletiva il Consiglio di Stato, in evidente contrasto al bando, consente l’ammissione con punteggio di almeno 60/100.
Tra i candidati che hanno superato regolarmente la prova preselettiva c’è disorientamento, perché sembra non esserci più la certezza del diritto.
Dallo stesso Consiglio di Stato viene emanata un’altra ordinanza cautelare che mette in discussione la sentenza con cui nel dicembre del 2017 le sezioni riunite di quel Consiglio avevano escluso dalle GAE i diplomati magistrali. Altro disorientamento.
L’incertezza del diritto è ormai di casa.

L

Legge 107
(giugno) – La legge simbolo dell’era renziana, la cosiddetta “Buona Scuola”, viene corretta in alcuni suoi punti importanti, individuati nel contratto di governo giallo-verde, coincidenti peraltro con richieste avanzate fin dal 2015 anche dai sindacati, come l’eliminazione della ‘chiamata diretta’ dei docenti da parte dei presidi e nuove regole contrattate per la mobilità. 
L’altra novità prevista nel ‘contratto’ è il sostanziale ridimensionamento dell’alternanza scuola-lavoro. 

M

Mense
(dicembre) – Le ispezioni dei NAS in 224 mense scolastiche di varie città italiane rilevano 81 irregolarità, alcune delle quali gravi. Non è risultato in regola, dunque, il 36% delle mense ispezionate, cioè più di un terzo delle mense ispezionate.
Non può esserci giustificazione alcuna per le condizioni negative di quelle mense che possono mettere a rischio la salute degli alunni.
Non si può dedurre, però, come emerge da alcuni titoli sui media, che una mensa scolastica sia in quelle condizioni.
Complessivamente sono 25.532 le mense scolastiche funzionanti nelle scuole statali dell’infanzia e del I ciclo. Le 224 mense ispezionate dai NAS rappresentano meno dell’1% rispetto a tutte quelle mense frequentate da oltre 2 milioni e 600 mila alunni.
Si dovrebbe pensare, dunque, che quasi 9 mila mense scolastiche non siano in regola e mettono a rischio la salute di circa 900 mila alunni?

(Educazione) Motoria nella scuola primaria
(giugno) – Vengono presentate alla Camera diverse proposte di legge per introdurre nella scuola primaria l’educazione motoria come insegnamento affidato a docenti specialisti esterni.
Il ministro Bussetti caldeggia l’iniziativa, facendo intendere che tali attività sarebbero aggiuntive al normale curricolo e si svolgerebbero prevalentemente in orario pomeridiano o nel periodo estivo.
Da parte dei parlamentari proponenti, invece, sembra prevalere l’ipotesi di un insegnamento curricolare vero e proprio da inserire a pieno titolo nelle ore di lezione in tutte le classi e per almeno due ore a settimana.
Alla fine viene definito e approvato in prima lettura da quasi tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione una legge di delega al Governo per affidare tale insegnamento a circa 12 mila prof. di educazione motoria con trattamento giuridico ed economico uguale a quello degli attuali docenti di primaria.
Cade un tabù per la scuola primaria: per la prima volta un insegnamento obbligatorio viene assegnato a docenti non dell’organico di scuola primaria.

N

Neet
(luglio) – Escono i dati del rapporto 2017 dell’Istat sui “Livelli di istruzione della popolazione e i ritorni occupazionali”, dati che, pur non essendo una novità, sono impressionanti: l’Italia è al penultimo posto in Europa per numero di laureati, precedendo solo la Romania: solo il 18,7% dei 25-64enni possiede un titolo di studio terziario in Italia, una percentuale di poco superiore alla metà della media europea (31,4%).
Per i più giovani va un po’ meglio, ma il ritardo è sempre notevole: la quota di 30-34enni in possesso di titolo di studio terziario è pari al 26,9% mentre la media Ue è del 39,9%.
Ma la situazione più preoccupante è quella che riguarda i Neet (giovani di 15-29 anni che non studiano né lavorano): l’Italia sta peggio di tutti in Europa: sono 2 milioni e 189mila nel 2017, il 24,1% contro la media Ue del 13,4%. Al Nord i Neet sono il 16,7%, nelle regioni centrali il 19,7%, al Sud arrivano addirittura al 34,4%: più di un giovane su tre non studia e non lavora, un dramma di proporzioni colossali.
Come più volte rilevato anche da Tuttoscuola, all’origine degli scadenti risultati ottenuti dall’Italia nelle classifiche relative ai laureati e ai Neet sta – accanto a un sistema di orientamento inefficace e a un sistema di collocamento e di incrocio domanda/offerta di lavoro che non funziona – la storica carenza di corsi terziari di ciclo breve professionalizzanti, alternativi al sistema universitario: in Spagna e Francia circa un terzo dei titoli terziari dei 30-34enni ha queste caratteristiche, per non parlare della Germania, dove si arriva quasi alla metà.
Da noi, dopo vari tentativi falliti, sono stati messi in campo dal 2010 solo gli Istituti Tecnici Superiori (Its), scuole post-secondarie di alta tecnologia biennali legate al sistema produttivo, che però sono solo 98 con 435 corsi e 10.586 iscritti in tutto. Da ottobre 2018 partiranno anche le lauree triennali professionalizzanti con quindici corsi e un massimo di 600 studenti ciascuno: altri 9.000 potenziali laureati.
Non sono cifre tali da cambiare strutturalmente il posizionamento dell’Italia nell’Europa dell’istruzione terziaria.

O

Orientamento
(dicembre) – Undici gruppi di lavoro su altrettanti temi prioritari, dall’orientamento alle soft skills, passando per l’inclusione scolastica e la prevenzione del bullismo, con esperti di alto livello coinvolti per migliorare il funzionamento del sistema di istruzione italiano. Sono i tavoli voluti dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che lo scorso 3 dicembre ha incontrato a Roma, i coordinatori di quelli che dovranno configurarsi come veri e propri “laboratori di innovazione” al “servizio della scuola”. Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento; inclusione scolastica; attività sportive scolastiche; valutazione del sistema scolastico; primo ciclo e zero/sei; cultura umanistica; Istituti tecnici e professionali; soft skills ed educazione civica; quadriennali e scuole innovative; équipe territoriali; bullismo e prevenzione. Questi i temi che verranno trattati.
“Saranno gruppi operativi, composti da professionisti con competenze molto specifiche – spiega Bussetti – che svolgeranno la propria attività a titolo gratuito e agiranno, rispetto ai temi assegnati, con un approccio pragmatico. Dopo una fase di analisi e approfondimento, presenteranno proposte di carattere amministrativo o normativo che intendiamo prendere in considerazione per migliorare il nostro sistema di istruzione, innalzare la qualità dell’offerta per gli studenti, introdurre nuove metodologie e innovazioni didattiche”.

P

Palestre
(settembre) – C’è una preoccupante logica comune nelle proposte del Governo e della maggioranza parlamentare per l’innovazione nei settori dell’infanzia e della scuola primaria: l’apparente indifferenza per i servizi di supporto necessari. In particolare al Sud.
Si propone l’espansione del tempo pieno nella scuola primaria? Ok. Ma non basterà aggiungere qualche migliaio di posti di docente in più se i Comuni coinvolti non assicureranno strutture e locali idonei, spazi e servizi per la mensa.
Ad esempio, in Sicilia funzionano a orario ridotto per mancanza di mensa più del 40% delle sezioni di scuole dell’infanzia. E l’intesa tra il ministro Bussetti e il governatore Musumeci prevede il potenziamento dei posti di insegnante, tacendo però sui servizi di supporto, mense comprese.
Un’operazione analoga sta per avvenire per l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria. Ma in quali luoghi delle scuole si svolgerà questo insegnamento? In aula? nei corridoi? nei cortili? In palestra, naturalmente! Ma le palestre ci sono nella scuola primaria?
Tuttoscuola ha esaminato in modo approfondito la presenza delle palestre di scuola primaria censite dai Comuni all’interno del database “spazi di servizio” pubblicato dal Miur, e ha scoperto che nelle 15.107 scuole primarie statali soltanto 7.456 sono dotate di palestra, cioè il 49,4%, poco meno della metà.

Pittoni
(maggio) – Si va verso la costituzione del nuovo Governo giallo-verde e nel toto-ministri la casella dell’istruzione sembra destinata ad un rappresentante della Lega.
Si fa il nome del sen. Mario Pittoni che, pur contento per simile prospettiva, confessa di non volersi caricare di tanta responsabilità, accontentandosi forse di un sottosegretariato.
Sembra sia stato il grande elettore del ministro Bussetti.
Poi gli equilibri all’interno della maggioranza finiscono per escluderlo dagli organigrammi del Miur.
Al Senato accede alla presidenza della Commissione istruzione, sede naturale del suo impegno politico che da anni lo vede primo responsabile scuola della Lega.
Poco dopo la sua elezione a presidente della Commissione, si trova al centro di una polemica con il settimanale “L’Espresso” che aveva pubblicato un servizio da cui emergeva che era in possesso della sola licenza media, per quanto lui affermi di non aver mai smesso di studiare.
Insomma, a causa del titolo di studio viene messo sulla graticola come la ex ministra Fedeli.

Scopri tutto il 2018 della scuola, dalla A alla Z
Dalla A alla F
Dalla Q alla Z