Un altro colpo alle strutture dell’amministrazione scolastica

Chi, al di fuori del sistema scolastico guarda tutt’al più soltanto alle scuole e alla visibile contrazione di organico che si riflette sull’organizzazione didattica e sulla riduzione delle classi, non può avere un’idea di come siano messi oggi gli uffici dell’Amministrazione scolastica.

Sul territorio quegli uffici, chiamati a governare il sistema, a gestire nomine del personale e a controllare o sostenere le istituzioni scolastiche autonome, sono ridotti ai minimi termini in fatto di personale dirigente e non e faticano ogni giorno di più ad assicurare l’assolvimento puntuale del loro ruolo istituzionale.

Gli organici nazionali dei dirigenti tecnici (ex-ispettori) sono stati ridotti nell’ultimo decennio a poco più di 300 unità, ma i titolari in servizio sono sempre meno per effetto dei progressivi pensionamenti dei pochi rimasti e in attesa della conclusione del concorso a 144 posti che ben difficilmente si concluderà in tempo utile per il prossimo anno scolastico (sembra andare alle calende greche).

In costante carenza di personale dirigente e impiegatizio per la perdurante mancanza di concorsi per nuove assunzioni, gli uffici fanno un po’ i salti mortali, utilizzando a volte impropriamente docenti e dirigenti scolastici distaccati (sono 500 in tutta Italia) che dovrebbero occuparsi di attività di sostegno all’autonomia scolastica.

In questa situazione complessiva di precarietà che mina alla base la funzionalità degli uffici, si aggiunge ora, con l’approvazione definitiva della legge di stabilità avvenuta sabato, l’ulteriore riduzione del 40% della quota di 500 unità di personale docente e dirigente comandate presso gli uffici dell’amministrazione.

È bastato infatti il cambio di una parolina al comma 74 della nuova legge per dare un altro colpo di piccone (74. All’articolo 26, comma 8, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni, la parola: «cinquecento» è sostituita dalla seguente: «trecento»).

Se la credibilità del federalismo scolastico passa anche dall’efficienza gestionale degli uffici periferici, la nuova picconata aiuta a metterla in discussione.