Ucraina: un venerdì senza manifestazioni degli studenti. Indifferenza alla guerra?

Da tempo il venerdì era diventato il giorno fisso delle manifestazioni degli studenti per rivendicare cambiamenti e maggiori tutele per la loro condizione. In molte piazze migliaia di studenti, dopo la morte di due coetanei, hanno chiesto maggior sicurezza negli stage per l’alternanza scuola-lavoro.

Hanno ottenuto ascolto e rassicurazioni da parte dello stesso ministro Bianchi, e anche qualche piccola concessione (maggior peso dei crediti scolastici) per avere un esame di maturità più leggero.

Sembra, dunque, che le manifestazioni del venerdì abbiano ottenuto qualche effetto per la tutela degli studenti degli istituti superiori.

Chi si aspettava per venerdì scorso 4 marzo una nuova manifestazione degli studenti in tutte le città italiane per protestare, invece, contro la guerra in Ucraina e chiedere la pace, forse è rimasto deluso.

Vi sono state singole iniziative qua e là, soprattutto di gruppi o di scuole primarie e medie, ma gli studenti degli istituti superiori sembra si siano stancati di manifestare ancora una volta.

C’è da chiedersi: perché mai i nostri studenti dovrebbero manifestare per difendere anche i valori di libertà e democrazia, visto che già vivono in un paese libero e democratico e di quei valori di libertà proprio loro si avvalgono, compreso il pieno diritto di manifestare liberamente?

Nella quasi dimenticata alluvione di Firenze di oltre mezzo secolo fa, gli studenti con i loro professori andarono a spalare nel fango e a sporcarsi per salvare opere che erano patrimonio dell’umanità.

Non avevano propri interessi da tutelare, ma difendevano, con il salvataggio di libri e di opere d’arte, valori culturali universali.

Anche la democrazia, la libertà e la pace sono valori universali da difendere. Oggi non c’è bisogno di pale, di secchi, di stivali o di guanti per difendere i valori universali di libertà: può servire anche manifestare in tutte le piazze italiane con un solo grido, forte e ben scandito, che arrivi a chi ha voluto questa guerra assurda e ha posto veti all’ONU per non essere incriminato: pace e libertà. Manifestare anche per tanti coetanei che nel loro Paese in guerra non possono manifestare.

Manifestazioni che non siano però, come qualcuno sta proponendo, di equidistanza tra le parti in una cosiddetta neutralità attiva, che farebbe piacere soltanto all’invasore.

Di venerdì o altri giorni della settimana per manifestare (bene) ce ne saranno, forse e purtroppo, ancora altri: non è mai troppo tardi per farlo.

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