Tempo pieno, Di Maio: ‘Lo porteremo in tutte le scuole elementari’. Davvero?
“Grazie ai nostri parlamentari della Commissione Istruzione della Camera, è stato approvato un emendamento alla Legge di Bilancio molto importante per la scuola e per i nostri figli. Un emendamento che dice che d’ora in poi, in tutte le scuole elementari italiane ci sarà il tempo pieno. Significa che i bambini potranno stare più tempo a scuola, potranno avere un percorso di istruzione più lungo, che gli consenta di stare più con gli insegnanti e di approfondire ancora di più le materie, e allo stesso tempo permetterà ai genitori che lavorano tutto il giorno di sapere che anche il pomeriggio il loro figlio o la loro figlia starà a scuola con gli insegnanti, avrà un percorso formativo ancora più ricco”. E’ quanto ha scritto su Facebook il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, come riportato dall’Ansa.
“Questo – continua Di Maio – gli consentirà anche di gestire l’altra metà della giornata, che molto spesso è una metà della giornata in cui si pagano baby-sitter, oppure si lasciano i figli dai nonni, insomma si trova sempre un modo per riuscire a mettere insieme famiglia e lavoro, ma è un modo sempre più difficile”.
Sarebbe un’ottima idea. E’ del 2013 il dossier di Tuttoscuola intitolato “Sei idee per rilanciare la scuola”, di cui la prima e forse più dirompente era proprio quella di aprire le scuole tutto il giorno e tutto l’anno, dal tempo pieno della primaria alle attività di recupero e di istruzione non formale e informale alle superiori. Un modello che richiederebbe una profonda riorganizzazione del servizio scolastico, e anche investimenti. Seguiamo meglio allora cosa ha in mente il capo politico del Movimento 5 Stelle.
“Il tempo pieno a scuola – aggiunge Di Maio – è (…) una misura di welfare sociale ed è una misura importante per gli insegnanti, perché si sbloccano 2.000 nuovi posti di lavoro nella scuola e di questi circa il 30% sarà in mobilità”.
2.000 posti per portare il tempo pieno in tutte le classi di scuola primaria italiane? Ma ce ne vorrebbero venti volte di più! Vediamo quali sono i numeri nella notizia successiva.
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