Tecnologie a scuola sempre più faticose? Dibattito aperto

La pandemia di Coronavirus, come ormai tutti ammettono, salvo una minoranza di irriducibili, ha mostrato chiaramente i limiti della tradizionale didattica (solo) trasmissiva, accelerando l’utilizzazione di massa delle nuove tecnologie didattiche. Il dibattito ormai non riguarda più il se ma il come avvalersi, accanto a una sapiente e argomentata trasmissione di conoscenze, dei nuovi strumenti e metodi messi a disposizione degli studenti, degli insegnanti e delle famiglie, coinvolte direttamente nei prolungati periodi di attuazione della Didattica a Distanza (DaD).

Il ritorno alla didattica in presenza, reso possibile dalla ritrovata agibilità degli edifici scolastici è, e sarà sempre più, integrato con modalità di didattica digitalizzata: non solo la DaD, ma le classi capovolte (flipped), le lavagne interattive (Lim), i devices personali (tablet ma anche smartphone) utilizzabili per attività in rete, in piccoli gruppi e anche individuali con l’aiuto di software sempre più sofisticati.

Tutto questo sottopone i soggetti coinvolti a uno sforzo continuo di apprendimento che può provocare stress, stanchezza, senso di inadeguatezza soprattutto tra gli insegnanti (per gli alunni nativi digitali, naturalmente, è tutto più facile), tanto che negli USA è stata coniato un neologismo – Tech Fatigue – per definire il fenomeno, e si discute su come fronteggiarlo.

In Italia se ne parla poco, e se ne sa ancora di meno perché mancano ricerche specifiche sul tema. Una lacuna che almeno in parte si sforza di colmare l’Aslerd (Associazione per l’ecosistema intelligente e lo sviluppo regionale), della cui attività pregresse Tuttoscuola ha già dato conto, e che dopo aver realizzato due sondaggi sulla DaD in fase di emergenza (2020) e sulla DDI – Didattica Digitalmente Integrata – (2021), promuove ora un terzo sondaggio, realizzato in collaborazione con l’ANP, “sullo stato dell’arte nell’utilizzo della didattica potenziata dalle tecnologie, mentre si sta andando verso una ‘nuova normalità’”. Per partecipare al sondaggio, che non si svolge sulla base di un campione rappresentativo, si può cliccare su questo link e scaricare un questionario anonimo (15-20 minuti per compilarlo), i cui risultati saranno resi pubblici e valutati anche da Tuttoscuola.

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