TARSU e IVA via dai bilanci delle scuole

La tassa rifiuti solidi urbani che le scuole pagano ai Comuni e l’Iva su beni e servizi di cui esse dispongono potrebbero essere presto cancellate dagli oneri che gravano sui loro bilanci.
È una delle misure previste dal decreto legislativo 2272ter, in via di approvazione alla Camera, che tenta, in questo modo, di fronteggiare la crisi finanziaria emersa drammaticamente in questi mesi nelle istituzioni scolastiche statali per carenza di assegnazione dei fondi ministeriali.
L’articolo 26-bis del disegno di legge prevede esplicitamente che al comma 1 dell’articolo 238 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (la norma che prevede la TARSU, tassa per la rimozione dei rifiuti solidi urbani), alla fine del primo periodo siano aggiunte le seguenti parole: «con esclusione delle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado».
Il successivo articolo 26-bis bis dispone che “Le spese effettuate dalle istituzioni scolastiche statali per il funzionamento amministrativo e didattico, ivi comprese le spese in conto capitale, in considerazione del loro carattere strumentale all’assolvimento dei compiti istituzionali delle strutture scolastiche di ogni ordine e grado, sono esenti dall’imposta sul valore aggiunto.”
Se la legge verrà approvata speditamente, i benefici finanziari, non di poco peso, potrebbero avere effetto già su questo esercizio finanziario 2007.
Le risorse per compensare le minori entrate dell’Iva (25 milioni di euro all’anno) verrebbero reperite, secondo la disposizione, dai ritocchi di aliquota dei prodotti alcolici.
L’esenzione, che certamente sarà gradita dal mondo della scuola, apre una delicata questione di equità: perché le scuole statali possono avere questi benefici “in considerazione del loro carattere strumentale all’assolvimento dei compiti istituzionali“, mentre il medesimo beneficio non viene esteso anche alle scuole paritarie che assolvono ad uguali compiti istituzionali?