Superare le spacchettamento del tempo pieno

Nel corso dell’audizione alla Camera, il ministro Fioroni si è soffermato anche sulla questione del tempo pieno e del tempo prolungato che, oltre ad essere stata oggetto di contrasti e proteste nella fase iniziale di attuazione della riforma Moratti, costituisce ora un obiettivo di particolare valorizzazione e rilancio da parte dell’Unione.
Fioroni non è caduto nella semplificazione, un po’ da leggenda metropolitana, secondo cui in questi ultimi anni i posti di tempo pieno sarebbero diminuiti (vi è stato invece aumento di classi e aumento di alunni, v. TuttoscuolaNEWS n. 248 del 5 giugno 2006).
Il ministro ha centrato il nodo del tempo pieno, indicando nello “spacchettamento” disposto dalla riforma Moratti il punto critico da modificare.
Come è noto, il tempo pieno, per quanto riguarda la sua durata oraria di 40 ore settimanali, non è stato modificato dal decreto legislativo n. 59/2004, ma, con l’abrogazione dell’art. 130 del Testo unico, ha perso la sua precedente struttura unitaria, piegandosi alla nuova logica dell’orario flessibile con ruolo (teoricamente) attivo dei genitori nella opzione delle attività aggiuntive.
Somma di parti (soluzione “spezzatino” come ha detto qualche critico) o modello unitario?
Apertura estrema all’autonomia o modello statalista superato (come affermano i filomorattiani)?
Fioroni, secondo il programma dell’Unione, ha chiarito l’obiettivo: ritorno alla formula precedente, ritenuta vincente.
Il problema sarà come arrivarci, perché tutto ciò che riguarda il primo ciclo può essere modificato solo con apposito intervento normativo. E al Senato come si sa la maggioranza è risicata…