Studenti fuori sede: è allarme alloggi

Non sono soldati in partenza verso una missione di guerra ma devono essere ugualmente grintosi e battaglieri. Stiamo parlando degli studenti fuori sede, ragazzi che decidono di fare fagotto ed andare a studiare in città lontano da casa. Un movimento che, anche in questo caso, va “da sud verso nord” e che vede protagonisti gli studenti campani seguiti da quelli pugliesi e dai calabresi. Solo l’anno scorso gli studenti campani si sono spostati in 2.758, il 90% dei quali aveva come destinazione finale Roma. Come accoglie i nuovi arrivati la capitale? Non bene se si considera che alle migliaia di fuori sede che arrivano qui ogni anno (sono 48.000 gli iscritti de La Sapienza che non risiedono nel Lazio) vanno aggiunti anche gli 8.000 studenti stranieri ed un campus -quello di via De Lollis- che ne può ospitare solo 400.

Cooperativa Nuovo Mondo e Fondazione Falciola in tutto il Paese stanno studiando soluzioni alternative più economiche per i nostri ragazzi ma non basta! Scontrarsi con i prezzi esorbitanti degli alloggi privati a qualcuno ha fatto venire in mente strade alternative da percorrere: perchè non far incontrare anziani in cerca di compagnia e studenti bisognosi di una stanza in città? Detto, fatto.

L’esperimento è partito con successo a Milano grazie all’associazione MeglioMilano che ha promosso l’iniziativa “Prendi in casa uno studente”; lo studente non paga l’affitto ma offre al padrone di casa un rimborso spese mensile libero e collabora alla vita domestica con piccoli aiuti e un po’ di compagnia. Iniziativa analoga sta partendo nel quartiere Santo Stefano a Bologna, a Padova e a Viterbo, dove il progetto è realizzato in collaborazione con Laziodisu (gli interessati possono scrivere a prendiincasaunostudente@politichesociali.vt.it).