Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Studenti diventano giornalisti in alternanza. Il tempo della diversità. L’articolo dei ragazzi

Pubblichiamo di seguito un nuovo articolo redatto dagli studenti e dalle studentesse delle classi II A e  II B del Liceo Classico ‘L. da Vinci’ di Molfetta che hanno preso parte all’esperienza PCTO “Giornalisti in Alternanza” con gli esperti di Tuttoscuola.

Leggi l’articolo “Il bullismo non me lo posso permettere“
Leggi l’articolo “Il femminismo esagera”
Leggi l’articolo “Diversità: ricchezza o ostacolo? le risposte dei più giovani”

Di seguito l’articolo di Giorgia Felicetti dal titolo “Il tempo della diversità”.

La diversità è un bene da tutelare o un ostacolo da eliminare? È questa una delle domande del questionario sulla diversità che gli alunni della classe II A del Liceo Classico “L. da Vinci” di Molfetta hanno somministrato a loro amici e conoscenti per capire qual è l’idea che gli adolescenti hanno su questa tematica. Si tratta del progetto “Giornalisti in Alternanza” organizzato dall’azienda “TuttoAlternanza” rivolto ai ragazzi delle scuole superiori. Adolescenti di età compresa tra i 15 e 18 anni hanno inoltrato le loro risposte al questionario con i propri smartphone e i dati sono stati raccolti e registrati; giovani liceali provenienti soprattutto da piccoli centri del Sud Italia hanno espresso la propria opinione sul tema della diversità. Ma che cos’è la diversità? Il 92% degli intervistati condividono la stessa opinione: non c’è dubbio che essa sia un bene da tutelare. Stando ai dati raccolti, sembra che la maggior parte dei giovani abbia la consapevolezza che la diversità possa arricchire l’essere umano, costruire ponti tra gli uomini e non erigere muri. Tuttavia, una bassa percentuale (circa il 10%) ritiene che la diversità sia qualcosa da correggere o da eliminare, affermazioni che rivelano come molti considerino l’altro diverso soltanto perché non rispecchia la propria individuale “normalità”.

I giovani e la diversità
Ma quali tipologie di diversità mettono a disagio i giovani? Stando all’indagine effettuata, è la diversità di religione (32%) a mettere maggiormente a disagio. La religione più discussa è quella islamica; ciò è dovuto soprattutto al fenomeno del terrorismo degli estremisti che, negli ultimi anni, ha intensificato la sua attività, organizzando attacchi che hanno avuto una grande risonanza in Europa e nel mondo. Si tende a presupporre, erroneamente e generalizzando, che tutta la comunità islamica si riconosca in questi gesti violenti quando, in realtà, è contraria al fondamentalismo. Il rapporto fra religione e radicalizzazione è oggetto di fraintendimenti, invece è opportuno fare chiarezza e comprendere che ogni religione è amore e fratellanza e non odio e violenza. A tal proposito, un elemento contraddittorio è che, nonostante questa risulti la diversità che metta maggiormente a disagio i ragazzi, il 78% non ha problemi ad intraprendere una relazione sentimentale con una persona musulmana. Solo una minoranza sostiene che la storia non funzionerebbe, essendo inconciliabili gli stili di vita dettati dalla diversità di religione.

Diversità di genere e orientamento sessuale
E le diversità di genere ed orientamento sessuale? È preoccupante che possa ancora esistere nell’immaginario collettivo (il 21% ritiene che la diversità di genere crei disagio) il mito del “maschio” forte e della donna debole, le cui origini possono farsi risalire all’influenza della misoginia del mondo greco nella cultura occidentale, una credenza che va estirpata perché alimenta una mentalità maschilista ed episodi di violenza. Anche la percentuale (19%) di chi prova disagio rispetto alla diversità di orientamento sessuale, pur se non particolarmente alta, costituisce, in ogni caso, un problema. Frequenti episodi di omofobia che degenerano in violenza verbale e fisica testimoniano la gravità di questo aspetto. Il 90% degli intervistati, tuttavia, risponde che non cambierebbe nulla se un amico confessasse di essere gay, anche se una piccola percentuale preferirebbe prenderne le distanze per timore di essere etichettato come “omosessuale”, in quanto molti ragazzi considerano e utilizzano l’appellativo “gay” come un’offesa, quasi che andasse a ledere la propria dignità. La disabilità non crea alcun disagio alla maggior parte degli intervistati, i quali affermano di non aver alcun problema ad includere un compagno disabile nel loro gruppo di amici; in tal modo, questo ragazzo non si sentirà né diverso né sbagliato, ma un normale adolescente, parte di un gruppo pronto a superare ogni ostacolo e a coltivare un’amicizia sincera. Altri ragazzi, invece, sembra preferiscano confrontarsi con i propri amici prima di includere un nuovo componente disabile nel gruppo, oppure non coinvolgere i propri coetanei e mantenere l’amicizia “privata”.

Violenza sulle donne e bullismo
Rassicurante è il dato in merito al comportamento che gli adolescenti assumerebbero dinanzi ad un episodio di violenza contro le donne: tutti gli intervistati non giustificano un gesto violento e lo considerano un campanello d’allarme che potrebbe anticipare manifestazioni di violenza più eclatanti e non un momento di rabbia da perdonare. E il bullismo? Se pur raramente, a quanto dichiarato dagli intervistati, accadono tutt’oggi episodi di bullismo all’interno dell’ambiente scolastico e le vittime sono prese di mira soprattutto per caratteristiche comportamentali e fisiche, ma spesso anche per l’orientamento sessuale, per l’etnia e la nazionalità, la disabilità, la condizione socio-economica e per la religione. Molto spesso alcune debolezze di una persona diventano oggetto di scherno; queste azioni, se reiterate, possono segnare nel profondo, soprattutto nella fase adolescenziale. È interessante notare come ci sia una corrispondenza tra le risposte date da coloro che hanno subito bullismo e coloro che hanno assistito a tali episodi. Le percentuali risultano quasi le stesse, ad eccezione della porzione di grafico sulle caratteristiche fisiche: anche una battuta ironica, che colpisce delle fragilità, può urtare la sensibilità di chi subisce e passare per una battuta di spirito per chi assiste. Il tema della diversità è molto dibattuto al giorno d’oggi ma si deve continuare a lottare per abbattere le barriere del pregiudizio, perché la diversità è una ricchezza, in quanto ci distingue per la nostra unicità. Bisogna continuare a parlarne nelle scuole, perché è nella scuola che i pensieri si formano; la scuola è il luogo in cui si insegna a non fermarsi alle apparenze, a non omologarsi alle idee della “maggioranza”, è il luogo in cui si impara costantemente a mettersi in gioco con la propria unicità che è anche diversità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Forgot Password