Strategie per lo sviluppo/3. Condannati allo stallo?

Affermazioni vaghe, fumose e ambigue, che non servono alla scuola, né aiutano a migliorarla”. E’ critico il commento che Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, riserva a caldo al passaggio della lettera del governo italiano alla UE dedicato alla valorizzazione del capitale umano.

Giudizio critico ma problematico. Si chiede Scrima: “Che cosa significa ‘ristrutturare’ le scuole che danno risultati insoddisfacenti? Sarebbe bene saperlo, anche perché le scadenze indicate per tale ‘ristrutturazione’ (il prossimo anno scolastico) sono a dir poco ravvicinate”. Quanto alla valutazione delle scuole e dei docenti, punto nevralgico della risposta del governo italiano all’invito della Bce ad impiegare sistematicamente gli indicatori di performance, “se l’idea è quella di intervenire sui punti di criticità per fornire adeguati supporti – distingue Scrima – il discorso è serio”. Altrimenti “brandire la valutazione come una minaccia” provocherebbe “effetti esattamente opposti a quelli che sarebbero auspicabili; così facendo si rema contro la crescita di una sana cultura della valutazione.

Drasticamente negativo è invece il giudizio della Flc-Cgil: “Accrescere l’accountability (rendicontazione) delle scuole = classifica sulla base dei test Invalsi e per quelle che non raggiungono risultati (magari perché collocate in situazioni di periferia o contesti marginali o difficili o ancora in semplicemente in difficoltà per effetto dei tagli effettuati dal Governo, 9 miliardi in 4 anni) processi di ristrutturazione, vale a dire ulteriori riduzioni alle risorse”. Mentre la valorizzazione professionale dei docenti significa solo “aumento delle ore di insegnamento e quindi ulteriori tagli agli organici.

Su questo punto anche Scrima avanza forti riserve: che senso ha, domanda Scrima, parlare di “maggiori impegni” cui connettere migliori stipendi “in presenza di un blocco della contrattazione che tiene ferme le già insufficienti retribuzioni del personale scolastico?”

C’è solo da sperare che il confronto tra governo e sindacati entri al più presto nel merito delle azioni valutative da intraprendere. Altrimenti, ancora una volta, uno strumento decisivo per qualunque progetto di miglioramento come la valutazione delle performance finirà per essere sterilizzato.